Privacy Policy Maggio 2013 - Micomedicina

Albatrellus ovinus

Albatrellus ovinus (Schaeff. ex Fr.) Kotl. & Pouz

Tassonomia
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Sottoclasse Holobasidiomycetidae
Ordine Russulales
Famiglia Albatrellaceae
Genere Albatrellus
Sottogenere Albatrellus S.F.Gray 1821

Nome italiano
Fungo del pane.

Nome inglese
Sheep polypore.

Sinonimi
Albatrellus albidus (Pers.) ex S.F.Gray 1821
Polyporus carinthiacus (Pers.) ex Roques 1832
Polyporus luteolus (Beck.) Velen. 1922
Polyporus limonius Velen. 1922
Polyporus lutescens Velen. 1922
Scutiger ovinus (Schaeff.) Murril 1920

Cappello
Diametro 6-15 cm, 1-3,5 cm di spessore, quasi circolare, convesso o spianato, a volte depresso al centro, margini a lobi ondulati, sottili e spesso macchiati di giallo. Superficie glabra, sovente si presenta screpolato al centro del cappello con una fessurazione a tasselli quadrati; colore da bianco a crema ma a volte con macchie brune, giallo-limone o verdastre in età avanzata. Imenoforo con tubuli corti 1-5 mm, pori rotondi o angolosi in numero 2-4 per mm, decorrenti sul gambo, da bianchi a crema nel fungo fresco, tendenti al giallastro al tocco.

Gambo
Centrale o eccentrico, bianco-brunastro, tomentoso e rugoso, generalmente corto, fino a 8 cm, normalmente libero anche su esemplari concresciuti; diametro 1-4 cm, leggermente clavato alla base ma attenuato al piede.

Carne
Bianca, poi giallastra, soda e di facile frattura. Odore e sapore gradevole, fungino.

Habitat
Terricolo, in boschi di conifere in montagna, simbionte dell’Abete rosso, spesso numeroso negli ambienti di crescita; in estate-autunno.

Commestibilità e tossicità
Discreto commestibile solo quando è giovane e fresco, coriaceo e non digeribile da adulto.

Reazioni chimiche
Reazione rossastro-bruna all’idrato di potassio (KOH).

Microscopia
Spore bianche in massa, elissoidi a parete sottile (4-5 × 3-4,5 µm) non amiloidi; Basidi 20-25 × 4-5 µm; ife 2-8 µm di diametro, rigonfie fino a 16 µm, senza giunti a fibbia.

Osservazioni
Più adatto alla conservazione sott’olio o sott’aceto.

Somiglianze e varietà
Altre specie simili oltre al già citato Albatrellus confluens sono Albatrellus subrubescens, considerato tossico e causa di sindrome gastrointestinale, simbionte di Pino silvestre e con gambo di colore aranciato alla base mentre tende a macchiarsi di giallo-verde nell’A. ovinus che è simbionte di Abete rosso. Albatrellus cristatus ha gambo più verdastro e carne coriacea e come il precedente può causare disturbi gastrointestinali. Infine una specie simile èOsteina obducta, facilmente differenziabile in quanto più minuta, con aspetto fascicolato, crescita lignicola e consistenza legnosa a maturità.

Curiosità
I funghi del Genere Albatrellus che hanno interesse alimentare, Albatrelus ovinus e Albatrellus confluens, sono prevalentemente reperibili in ambiente prealpino ed alpino. Fanno la loro apparizione nelle zone più umide, buie e fresche del sottobosco, spesso nei siti di rinvenimento occupano interi pendii montani. In Trentino sono una presenza costante del panorama micologico locale e rivestono particolare interesse come funghi da destinare alla conservazione sott’olio, per tale motivo vengono ricercati con particolare attenzione. Gli Albatrellus tra i cosiddetti funghi boletoidi e cioè con imenoforo a pori e tubuli, si differenziano bene perché i tubuli sono talmente corti da far pensare quasi ad una loro assenza, in sostanza i pori potrebbero essere interpretati come delle cavità, delle piccole introflessioni a cratere del derma. I pori nel fungo giovane sono talmente minuti da non essere visibili ad occhio nudo.

Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi

Foto e Descrizioni
Regione Lombardia, Agosto 2008, foto di Massimo Biraghi.

Albatrellus ovinus e M. di Parkinson

 

Albatrellus ovinus e M. di Parkinson

Albatrellus ovinus e Parkinson

Quest’umile fungo prediletto dalle pecore(ovinus) e buono come il pane ( per questo è anche detto fungo del pane) , è il protagonista di un brevetto farmaceutico ( molecola Scutigeral) che da quasi 10 anni attende di essere prodotto dalle case farmaceutiche contro il M. di Parkinson. La molecola appartiene ai trifenil fenoli ed agisce sui recettori vanilloidi (una classe di recettori che agiscono nel cervello insieme a quelli della L-Dopa) per produrre Dopamina (la cui scarsa produzione è il motivo del M. di P.), cosa a cui concorre anche la capsaicina del peperoncino (che però è più irritante). Presenterò l’articolo di Szallasi e coll dell’Università del Maryland che ha dato il via alla ricerca sul metabolita dell’Albatrellus attraverso la valutazione della stimolazione neuronale dei recettori vanilloidi della corda neurale dei ratti. Credo di fare cosa gradita allegando due pdf il primo è una bellissima Rewiew farmacologica su tali recettori sempre di Szallasi, il secondo è un libro scritto da una neurologa italiana la Dott.ssa Luciana Baroni che ha lavorato per 30 anni con i malati di Parkinson e parla del ruolo fondamentale nella cura del malato parkinsoniano dell’alimentazione vegetariana. L’ultimo è un pdf questa volta su una pianta : la Mucuna pruriens di cui si dice un gran bene contro il Parkinson.

1°Articolo ; 2°Articolo3°Articolo

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Neogrifolin derivatives possessing anti-oxidative activity from the mushroom Albatrellus ovinus

 

Albatrellus ovinus

The affinity to the brain dopamine D1 receptor in vitro of triprenyl phenols isolated from the fruit bodies of Albatrellus ovinus

· K Dekermendjian1, Corresponding author contact information,

· R Shan2, E-mail the corresponding author,

· M Nielsen1,

· M Stadler2,

· O Sterner2, Corresponding author contact information, E-mail the corresponding author,

· M.R. Witt1

· 1 Department of Biochemistry, Research Institute of Biological Psychiatry, St. Hans Hospital, 4000 Roskilde, Denmark

· 2 Division of Organic Chemistry 2, Lund University, POB 124, S-221 00 Lund, Sweden

· http://dx.doi.org/10.1016/S0223-5234(97)89088-5, How to Cite or Link Using DOI

· Permissions & Reprints


Summary

Six triprenyl phenols that inhibit the in vitro binding of 3H-SCH 23390 to the dopamine D1 receptor subfamily in rat striatal brain membranes were isolated from extracts of the edible mushroom Albatrellus ovinus. The compounds, of which scutigeral 1a, ilicicolin B 3, neogrifolin 5a and grifolin 6 are known while ovinal 2 and ovinol 4a are new, were isolated by chromatography and their structures were determined by spectroscopic techniques. The IC50 values of the most potent compound, scutigeral 2a, is 2.6 M and it was shown that it decreases the binding affinity of 3H-SCH 23390 in a competitive manner. Compounds 15 showed no inhibition on the binding of 3H-spiperone to the dopamine D2 receptor subfamily, indicating that these compounds interact selectively with the dopamine D1 receptor subfamily.

Br J Pharmacol. 1999 March; 126(6): 1351–1358.

doi: 10.1038/sj.bjp.0702440

British Journal of Pharmacology 1999-03-01

A non-pungent triprenyl phenol of fungal origin, scutigeral, stimulates rat dorsal root ganglion neurons via interaction at vanilloid receptors.

A A Szallasi, T T Bíró, T T Szabó, S S Modarres, M M Petersen, A A Klusch, P M PM Blumberg, J E JE Krause, O O Sterner

PMID 10217528

Abstract

1. A [3H]-resiniferatoxin (RTX) binding assay utilizing rat spinal cord membranes was employed to identify novel vanilloids in a collection of natural products of fungal origin. Of the five active compounds found (scutigeral, acetyl-scutigeral, ovinal, neogrifolin, and methyl-neogrifolin), scutigeral (Ki=19 microM), isolated from the edible mushroom Albatrellus ovinus, was selected for further characterization. 2. Scutigeral induced a dose-dependent 45Ca uptake by rat dorsal root ganglion neurons with an EC50 of 1.6 microM, which was fully inhibited by the competitive vanilloid receptor antagonist capsazepine (IC50=5.2 microM). 3. [3H]-RTX binding isotherms were shifted by scutigeral (10-80 microM) in a competitive manner. The Schild plot of the data had a slope of 0.8 and gave an apparent Kd estimate for scutigeral of 32 microM. 4. Although in the above assays scutigeral mimicked capsaicin, it was not pungent on the human tongue up to a dose of 100 nmol per tongue, nor did it provoke protective wiping movements in the rat (up to 100 microM) upon intraocular instillation. 5. In accord with being non-pungent, scutigeral (5 microM) did not elicit a measurable inward current in isolated rat dorsal root ganglion neurons under voltage-clamp conditions. It did, however, reduce the proportion of neurons (from 61 to 15%) that responded to a subsequent capsaicin (1 microM) challenge. In these neurons, scutigeral both delayed (from 27 to 72 s) and diminished (from 5.0 to 1.9 nA) the maximal current evoked by capsaicin. 6. In conclusion, scutigeral and its congeners form a new chemical class of vanilloids, the triprenyl phenols. Scutigeral promises to be a novel chemical lead for the development of orally active, non-pungent vanilloids.

Neogrifolin derivatives possessing anti-oxidative activity from the mushroom Albatrellus ovinus.

Nukata M, Hashimoto T, Yamamoto I, Iwasaki N, Tanaka M, Asakawa Y.

Source

Faculty of Food Culture, Kurashiki Sakuyo University, 710-0290, Kurashiki, Japan.

Abstract

Three neogrifolin derivatives, 3-hydroxyneogrifolin, 1-formylneogrifolin and 1-formyl-3-hydroxyneogrifolin along with grifolin and neogrifolin were isolated from the Japanese mushroom Albatrellus ovinus belonging to Scutigeraceae. Their structures were established by a combination of two-dimensional NMR spectroscopic analyses and by chemical synthesis. 3-Hydroxyneogrifolin and 1-formyl-3-hydroxy-neogrifolin showed more potent antioxidative activity properties than either alpha-tocopherol or BHA.

Phytochemistry-2002

 

Tai chi e Yoga


Tai chi e Yoga

Particolarmente raccomandata l’effettuazione di esercizi fisici di ogni tipo con esclusione di quelli che aumentano il rischio caduta.
Gli esercizi fisici aiutano ad incrementare la resistenza fisica e la massa muscolare, a migliorare il trasporto di ossigeno al cervello, al cuore ed ai muscoli, a migliorare la mobilità, la coordinazione, l’equilibrio e la flessibilità.
Le tecniche come lo yoga e il Tai-Chi guidano alla ricerca di un benefico equilibrio psico-fisico e migliorano l’equilibrio e la mobilità delle persone affette dalla malattia di Parkinson.
Lo Yoga riguarda in particolare il corpo e la mente. Comprende varie pratiche: posizioni del corpo, controllo ed espansione del respiro, concentrazione, meditazione, tecniche di rilassamento. Le varie posizioni favoriscono l’interazione fra le attitudini del corpo e il sistema nervoso il cui buon funzionamento porta salute all’intero organismo.
Il Tai-Chi inizia con lo studio dei movimenti eseguiti in “forma lenta”. La pratica attenta e costante di questa tecnica, grazie alla sua morbidezza, alla circolarità e alla lentezza con cui è eseguita, rende il corpo più agile e armonioso, migliora la postura ed ha un effetto benefico sul sistema nervoso e sulla circolazione.

 

Esecizi cinesi Tai Chi per la malattia di Parkinson

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Migliorano l’equilibrio e riducono il rischio di caduta

Ricercatori americani hanno condotto uno studio di confronto tra tre diversi programmi di esercizio fisico: uno che comprendeva 6 movimenti tai chi basati su una antica tradizione cinese, integrati in una routine particolare focalizzata sul mantenimento dell’equilibrio e sul cammino; un programma di esercizi focalizzati sul rafforzamento dei muscoli importanti per la postura, l’equilibrio ed il cammino; un programma di esercizi di bassa intensità focalizzati sul miglioramento della flessibilità. Hanno partecipato allo studio 195 pazienti con una diagnosi di malattia di Parkinson di varia gravità (Hoehn & Yahr 1-4), aventi da 40 a 85 anni di età. Dovevano avere anche un punteggio di 2 o più per almeno un arto per tremore, rigidità, stabilità posturale o bradicinesia; un regime farmacologico stabile; essere in grado di stare in piedi senza aiuto e di camminare con o senza un supporto. Pazienti con problemi cognitivi importanti sono stati esclusi. I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale ad uno dei tre programmi di esercizio fisico. Tutti e tre i gruppi di pazienti hanno partecipato a sessioni di 60 minuti due volte alla settimana per 24 settimane. L’obiettivo era valutare gli effetti sulla capacità di sporgersi e cambiare direzione senza perdere l’equilibrio

Il gruppo tai chi ha tratto significativamente maggior beneficio rispetto agli altri due gruppi, mentre il gruppo dedicato al rafforzamento ha tratto maggior beneficio del gruppo che ha svolto esecizi di flessibilità. In particolare, l’equilibrio è migliorato mediamente del 12% con tai chi rispetto al gruppo focalizzato sulla flessibilità e del 5,5% rispetto al gruppo focalizzato sul rafforzamento. Il controllo direzionale è migliorato con tai chi dell’11% circa rispetto ad entrambi gli altri gruppi. Inoltre, la media mensile delle cadute nell’arco dei 6 mesi è stato significativamente minore con tai chi: 0,22 rispetto 0.51 con gli esercizi di rafforzamento e 0,62 con gli esecizi di flessibilità.

Fonte: Fuzhong e coll New England J Med 2012; 366: 511-519

Coenzima Q 10 Vitamina C e Creatina

 

Coenzima Q 10  Vitamina C e Creatina


Il Coenzima Q10 è un componente necessario per la produzione di energia e per la respirazione cellulare. Ogni cellula nel corpo contiene CoQ10 che è concentrato nei mitocondri, la zona delle cellule nella quale è prodotta l’energia.
La carenza di CoQ10 si evidenzia negli anziani e nelle affezioni coronariche, nella soppressione immunitaria e nelle affezioni periodontali.

L’integrazione orale con CoQ10 ha dimostrato di invertire i sintomi causati da queste patologie e di aumentare i livelli di energia.

Il CoQ10 non è al momento attuale un farmaco approvato dalle autorità sanitarie per il trattamento della malattia di Parkinson ma una serie di osservazioni e considerazioni lo porrebbe come un ottimo candidato per una efficace neuroprotezione nella malattia di Parkinson in quanto:
1) il CoQ10 è un componente intrinseco della catena respiratoria mitocondriale;
2) l’attività del complesso I della catena respiratoria è selettivamente ridotta nella Sostanza Nera dei soggetti parkinsoniani;
3) il CoQ10 è ridotto nei mitocondri e nel siero dei soggetti parkinsoniani;
4) la somministrazione orale del CoQ10 nei ratti ha determinato un aumento del contenuto dello stesso enzima nei mitocondri cerebrali.

E’ stato condotto uno studio in doppio cieco randomizzato su quattro gruppi di pazienti, tutti in fase iniziale di malattia.
Ogni gruppo di 20 malati ciascuno ha ricevuto uno dei seguenti diversi trattamenti: CoQ10 300 mg, 600 mg, 1200 mg oppure placebo. La prova ha avuto una durata di 16 mesi. La valutazione del grado di malattia eseguita mediante l’UPDRS*
ha dimostrato che il gruppo di soggetti che aveva ricevuto la dose di 1200 mg/die di CoQ10 era quello che aveva avuto un declino inferiore. Non era stata invece rilevata alcuna differenza fra il gruppo placebo ed i gruppi che assumevano dosaggi più bassi di CoQ10. Si potrebbe quindi arguire che il dosaggio più elevato avesse determinato un rallentamento nella progressione della malattia esercitando quindi un effetto neuroprotettivo. Tuttavia, si è trattato di uno studio limitato e, anche se è stato molto indicativo, non è definitivo. In conclusione, sono necessari ulteriori studi per poter suggerire il CoQ10 come farmaco da utilizzare normalmente nella terapia della malattia di Parkinson.
E’ stato, inoltre, osservato nei pazienti parkinsoniani partecipanti allo studio che il CoQ10 non ha causato effetti indesiderati.

Vitamina C

Non è stato fino ad ora dimostrato che specifiche vitamine aiutano a ridurre i sintomi della malattia di Parkinson. E’ stato teorizzato che lo stress ossidativo causato dai radicali liberi possa svolgere un ruolo nella patogenesi del morbo di Parkinson. L’organismo utilizza gli antiossidanti, come la vitamina C (500-2000 mg/giorno), per inattivare i radicali liberi. Questa è quindi una vitamina la cui assunzione potrebbe essere opportunamente valutata, anche se non è certa la sua reale efficacia.

Creatina

La creatina è un prodotto da banco che rifornisce di fosforo le cellule muscolari le quali possono produrre più ATP, la fonte principale di energia di tutte le cellule.
La dose giornaliera suggerita di creatina è di un cucchiaino da tè mescolato con un liquido. Le persone che assumono creatina si sentono più forti e notano spesso un aumento della massa muscolare. Alcuni studi clinici segnalano che la somministrazione quotidiana di creatina migliora il pensiero e la memoria.  Sulla base di studi pilota, la creatina sembra possa essere utile nei pazienti parkinsoniani. Tuttavia, non è stato dimostrato che questo farmaco sia efficace nella malattia di Parkinson.

Prima di assumere creatina, si consiglia di controllare con il medico la sicurezza di questo farmaco in base alle proprie condizioni di salute, in particolare se sussistono problemi renali.