Privacy Policy MICOMEDICINA E CORONAVIRUS II: NATURA, INCIDENTE O ARMA? - Micomedicina

MICOMEDICINA E CORONAVIRUS II: NATURA, INCIDENTE O ARMA?

“Un lato positivo, forse l’unico in questa immane tragedia, rimane il fatto di aver riassaporato la primavera, attraverso i suoi alberi in fiore, segno del tempo che passa nonostante questo strano inverno/non-inverno e della Natura, della Vita che riprende come sempre il suo ciclo e alla fine rifiorisce come un giorno noi rifioriremo.” M. Bagnato Aprile 2020

Dopo la parentesi poetica, continuiamo la nostra disamina sulle origini del Coronavirus (argomento del giorno) che potrebbe rappresentare comunque un segno, come tanti altri che la Madre Terra ci sta dando: ovvero che siamo troppi e siamo stati troppo invadenti, addirittura ci cibiamo di pipistrelli (animale repellente anche perché si nutre di insetti notoriamente portatori di malattie e virus, ma per alcuni gli insetti sono cibo) e/o ne siamo così a contatto avendo alterato l’ambiente di vita (facendolo sloggiare persino dalle caverne), nel continuare a perseguire l’obiettivo di una sistematica distruzione di habitat e foreste a vantaggio del profitto. Questa è la narrazione “Politically Correct” o “Greta Like” che va per la maggiore, per molti versi condivisibile, ma vale anche nel caso dell’attuale pandemia? In fondo è la Natura che si ribella, ovvero uno dei tanti aspetti del  “Global Warming” o c’è dell’altro?. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, secondo i paradigmi della Micomedicina: che mette insieme la teoria della medicina olistica della simbiosi integrata insieme all’ evidenza scientifica. La Micomedicina considera la causa di tutti i problemi dei e fra gli esseri viventi,  l’alterazione del rapporto dell’uomo con l’ambiente che lo circonda nel senso dell’ eccessivo sfruttamento delle risorse, con la perdita alfine dei rapporti simbiotici che regolano le varie catene biologiche alimentari o cicli nutrizionali.

Questa, secondo noi, è la causa principale della malattia della terra (Gea) considerata nella sua globalità come un essere vivente e delle malattie di tutti gli altri esseri viventi che sono in essa, ove si perde l’ordine e la gerarchia tra i vari livelli e cicli nutritivi, intasando l’ambiente, come gli organi dell’uomo, di scorie ed immondizia che non possono essere ulteriormente degradati, creando il terreno per la proliferazione dei parassiti come i Virus quale base delle malattie. Perdendo la connessione e lo scambio simbiotico tra i viventi (quello che è il mio scarto diventa risorsa per un altro gruppo di animali e via via  per altri e poi per le piante fino ad arrivare ai funghi che riciclano l’irriciclabile e lo rimettono nel ciclo della vita), perdendo questo, dunque, inizia un processo dinamico nelle popolazioni siano essi di batteri piante animali e uomo, dove allo scambio mutualistico (solidarietà) nella colonia batterica o umana (o ciclo bio-nutritivo) si sostituisce egoismo e prevaricazione, la guerra fra popolazioni, lo sfruttamento ed il parassitismo, non funzionano gli organi come dovrebbero perché l’uno vuole sopraffare l’altro cominciando (la patogenesi) con un’infiammazione che non si risolve. Anche il Global Warming ha come similitudine l’infiammazione nell’uomo. Non si scambia più, non c’è commercio, arrivano i predoni uccidono tutti e distruggono il sistema, la malattia ha vinto, come, nel continuare la similitudine, succede se una regione cade in mano alla Mafia o un corpo ad un Virus particolarmente virulento e aggressivo come il CoVid-19. E veniamo a noi, al Virus, il Killer storicamente prediletto dalla Natura ed anche di quando non eravamo tanto invadenti come oggi, vedasi nei secoli le Epidemie di peste, vaiolo etc etc. ma indubbiamente più vulnerabili da carenze nutrizionali e scientifico-tecnologiche. Questi  non appartengono al mondo dei viventi non avendone le prerogative: non si riproducono e non hanno un proprio metabolismo, e per fare le due cose devono per forza parassitare un organismo vivente (cellule, batteri, funghi o piante) cioè essi si moltiplicano-riproducono internamente e vivono a spese loro (parassiti endocellulari obbligati) sfruttando le strutture biochimiche e biosintetiche necessarie per la loro sopravvivenza e replicazione. Tutto ciò il Virus lo fa inserendo il genoma virale (sia esso a DNA o RNA) in quello dell’ospite, detto provirus, che poi riprende la sua individualità saccheggiando il materiale genetico della cellula ospite producendo nuovi virioni che determinano la morte della cellula/batterio. Il parassita-virus-mafioso sono non-viventi essendo il paradigma principale del vivente quello di voler crescere e riprodursi secondo la propria individualità/strutturazione genomica; in fondo l’uomo e il batterio sono simili infatti si vive respira cresce si sviluppa (lavora) e ci si riproduce secondo quello che si è trovato costruito geneticamente ed epigeneticamente in modo determinato dalla sua popolazione-colonia batterica-scambio simbiotico-materiale alimentare a disposizione.  Per questo l’uomo, come il batterio, ha bisogno di vivere e di mangiare e di trasmettere i propri caratteri ereditari. Il Virus-mafioso non ha questi problemi: non ha bisogno di lavorare perché è un non vivente né di riprodursi perchè non ha individualità né una nicchia (una famiglia) ecologico-nutrizionale da mantenere e perpetuare, non ha un compito specifico come gli altri se non quello di portare a morte un organismo già peraltro corrotto. La conferma la ritroviamo nel Latino, infatti Virus significa “umore”, “succo” ma anche “veleno” o meglio “secrezione velenosa” e non sono declinabili, ha soltanto il singolare, come riso e aria, mentre “virale” quale aggettivo nell’accezione moderna (positiva) si riferisce al modo particolarmente veloce e capillare di diffusione; nel mettere insieme i concetti precedenti il Virus risulta efficacemente descritto come: una secrezione velenosa delle cellule morenti che si diffonde in modo particolarmente veloce e capillare. Insomma se non sono viventi, apparterranno ai regno dei Minerali – regno dei Morti ? E questo modo veloce (epidemico) di sbarazzarsi delle società (batteriche-umane) già malate, non sarà già stato scritto tanto nella biologia quanto nella chimica della nostra Madre Terra, essendo i Virus già presenti fin dalle origini del mondo (Pangea) e nel non vivente che è dentro di noi? 

Pertanto, secondo la Micomedicina, l’attuale pandemia rappresenta la Natura che si sbarazza delle popolazioni malate perché hanno perso l’equilibrio simbiotico con e dentro di essa. Approfondendo, la Teoria della Micomedicina ci porta ad ipotizzare che il Covid-19 non sia affatto una novità e magari sia nascosto nella mucosa del naso da parecchio tempo, ma si appalesa alla fine di una fase di malattia asintomatica di una popolazione non più in equilibrio simbiotico con i propri batteri interni, determinando un punto di rottura (breakpoint) della resistenza del S.I. per un concaternarsi di diversi fattori precipitanti (stagionalità con basse temperature medie ed oscillazioni repentine giornaliere della temperatura, inquinamento atmosferico/elettromagnetico, età, sesso, malattie intercorrenti soprattutto cardio-respiratorie, tropismo/resistenza differenziata di popolazioni, etc etc) sviluppandosi e progredendo dal naso ai polmoni come un esercito invasore che supera le trincee del sistema immunitario e che faccia da detonatore, con l’estrema contagiosità, per lo scoppio dell’epidemia. Un pò come quello che accade con il virus dell’Herpes zoster quando si riaccende nei gangli nervosi dove vi si nasconde e dove si riaffaccia a seguito di deflessione della reattività immunitaria presentandosi come “Fuoco di Sant’Antonio”. Un segno che si è suscettibili al deficit di risposta immunitaria e si può essere portatori di simili patologie da virus/parassiti “opportunistici” ovvero già presenti ma non patogeni/virulenti nell’organismo umano, può essere rappresentato dalle micosi croniche come quelle cutanee, intestinali e urogenitali. Vedremo, al termine della dissertazione, quanto questa ipotesi possa essere fondata.      

E parliamo del nostro caso in termini più scientifici; erano infatti i primi giorni di gennaio quando hanno iniziato a circolare le prime voci relative ad un cluster di casi di polmonite in Cina. Le somiglianze con il caso SARS sono state lampanti fin da subito: stessi sintomi, stesso decorso della malattia, stessa correlazione presunta con un mercato di animali vivi. A differenza di quanto successo nel 2002, quando ci vollero mesi prima di identificare la causa dell’epidemia, nel 2020 la scienza ha impiegato solamente 8 giorni a fornire nome, cognome e carta d’identità completa del virus. Sebbene questo risultato abbia permesso di confermare in tempi record i sospetti degli esperti, la sequenza genetica di quello che è stato inizialmente individuato come Wuhan novel Coronavirus (nCoV) successivamente denominato dall’OMS  CoVid-19 o SARS-CoV 2, lascia ancora molti dubbi sull’origine dell’epidemia. Infatti, in natura esiste un’enorme diversità di coronavirus in molte specie di mammiferi ed uccelli compreso l’uomo. In particolare, ad oggi si conoscono almeno 50 virus appartenenti allo stesso cluster di SARS e di questo nuovo coronavirus che circola nei pipistrelli rinolofi, ma sono in gran parte considerati sostanzialmente innocui per l’uomo. Come mai questo non lo è? 

Dal punto di vista virologico, oggi sappiamo che la capacità di infettare l’uomo dipende dalla compatibilità tra le proteine di superficie di un virus e i recettori umani. In parole semplici, un dato coronavirus deve avere la chiave giusta per aprire la serratura presente sulle cellule umane. I ricercatori hanno dimostrato come il CoVid-19  utilizzi efficacemente lo stesso recettore cellulare umano riconosciuto dal SARS CoV (Letko; and Vincent Munster, 2020), avendo modificato gli Spike virali ovvero l’artiglio biochimico rappresentato dalla Proteina S (situato sulla punta delle corone), attraverso una mutazione dell’originale proteina presente nel virus del pipistrello, conferendone capacità emoagglutinanti e di penetrazione nella cellula umana. Tuttavia, la sorveglianza estensiva nei pipistrelli dal 2005 ad oggi non ha mai identificato virus con capacità simili nel pipistrello, ad eccezione di una sola variante considerata in grado di legarsi debolmente ai recettori umani (Cui et al., 2019). Ciò suggerisce che il passaggio diretto da pipistrello a uomo non sia sufficiente a scatenare l’epidemia nell’uomo, sia in passato, sia adesso. Per questo sempre ammettendo l’ipotesi “Naturale” , ipotizzando il “salto di specie” ,si cerca un’ospite intermedio (prima i pangolini poi i serpenti) che avrebbero “prestato” del materiale genetico che faccia da ponte con l’uomo con le modifiche necessarie  a “facilitare” l’adesione del virus al recettore delle cellule umane modificandone la virulenza probabilmente in quell’unica variante presente nei pipistrelli dei SARS-CoV diventando altamente contagioso nell’uomo. Tutto ciò con il fattore tempo sufficientemente lungo e con  occasioni di contatto tra le specie frequenti e ridondanti in cogenza della mutazione. C’è qualcosa che non torna in questa ricostruzione, fra le cinquanta specie proprio quella con capacità di legarsi ai recettori umani fa il salto, a questo punto, di 3 specie fra loro poco affini; immaginiamo che c’azzeccano i serpenti, solo perché ritenuti venduti al mercato di Wuhan come i pipistrelli? E il pangolino raro, in estinzione e pure tutelato in Cina, oppure frotte di cinesi assatanati di carne di pipistrello!!? 

Questa ipotesi tra l’altro si scontra con alcune considerazioni; la prima: essendo l’ipotesi zoonosi, (peraltro dimostrata con il dromedario nel caso della MERS), cioè una malattia trasmessa degli animali che vivono possibilmente in massa a contatto e/o vengono consumati con regolarità dall’uomo, è necessaria una popolazione animale che faccia da reservoir (incubatore) e che questi animali (i pipistrelli) dopo essersi scambiati fra di loro la mutazione grazie ai pezzetti di materiale genetico prestati dall’altra specie, si riproducano trasferendo la mutazione alla progenie e solo dopo possano avere una massa statisticamente significativa, ma ci vuole del tempo per questo. Successivamente diversi di questi pipistrelli infetti ma perfettamente sani dal loro punto di vista e commestibili per i cinesi, possano aver incontrato l’uomo al mercato di Wuhan il quale non lo mangia (sappiamo che la cottura inattiva il virus, non ha trasmissione oro-fecale ed i succhi gastrici dei cinesi fanno il resto) ma probabilmente lo ferisce essendo quella l’unica via di trasmissione plausibile. Questo è il caso zero così come ipotizzato. Peccato che questi pipistrelli che portano l’unica variante dei Coronavirus che ha una qualche somiglianza con il CoVid-19 suscettibile di colpire l’uomo e di rendersi più virulenta con il salto di specie, sia presente nei Pipistrelli detti Ferro di Cavallo (Rinolophilus spp) che vivono a quasi mille KM di distanza da Wuhan nella regione dello  Yunnan, e pertanto non hanno mai messo piede al mercato di Wuhan né risultano in passato essere stati mai venduti nei mercati della regione (perché gli Hubeiani consumano, giustamente, i prodotti locali che sono ritenuti  anche migliori ed a KM zero) e cosa più importante, andatolo a ricercare nelle caverne dello Yunnan, non è mai stato trovato in essi il Covid-19, così come in nessun animale vivo e commestibile presente a Wuhan!.Perché allora l’epidemia scoppia a Wuhan?  E perché proprio al mercato del pesce ?  Quando sembrerebbe, come riportato nell’articolo in allegato di Xiao, (un ricercatore cinese che ha pubblicato il paper nel Febbraio 2020),  citando fonti ufficiali e testimonianze, che in quel mercato da anni non venivano più venduti animali vivi?

Ci sono troppe domande senza risposta e la risposta sulla “naturalità”, che implica la zoonosi, sembra far acqua da tutte le parti, anche solo dal punto di vista statistico oltre che logico ammesso e non concesso che a Wuhan  nel mercato del pesce vendessero ancora pipistrelli vivi. Una risposta apparentemente molto più convincente è stata però già data dal citato Xiao: a circa 300 mt dal mercato del pesce, esiste un laboratorio di virologia dell’Accademia delle Scienze Cinese che detiene qualche centinaio di pipistrelli a scopo di ricerca e una banca dei virus “Viroteca”, il Wuhan Center for Diseases Control and Prevention (WHCDC), da cui Xiao desume sia  uscito il CoVid-19 o su un pipistrello o cosa più probabile su di un uomo infetto probabile un tecnico del laboratorio infettatosi accidentalmente (paziente zero JHT?) che sarebbe andato al mercato, cluster iniziale 27 positivi provenienti dal Seafood Market, e all’adiacente Union Hospital Wuhan altro cluster iniziale con una dozzina di contagiati. Xiao parla anche di un altro laboratorio di virologia, ancora più grande distante un paio di Km dal mercato, specializzato nei Coronavirus, dove era risaputo dalla comunità scientifica che fossero  in piedi ricerche per generare un virus chimerico (innestando pezzi di genoma e molecole provenienti da altre fonti ad esempio topi) usando il sistema genetico a RNA della SARS-CoV dei pipistrelli ed a scopo dichiarato (sic!) di prevenire un’eventuale mutazione dannosa per l’uomo. Xiao a questo primo paper ne ha fatti seguire altri ma di tono completamente opposto in cui invece affermava che non vi fossero prove sufficienti a livello genetico per dichiarare l’origine laboratoristica, ed a tale scopo citava la presenza tra le proteine pericapsidiche implicate nell’adesione e penetrazione alla cellula, del materiale genetico proveniente addirittura dall’HIV! Uno sconfessare che non fa che aumentare i dubbi, e che ha tutta l’aria di una comunicazione di facciata, un pochino estorta. Ad onor del vero risulta pure strano che sia riuscito ad uscire, in un paese come la Cina dove ogni cosa è controllata, specialmente internet, il paper di Xiao (e che sia a tutt’oggi ancora presente in internet!) un vero e proprio atto d’accusa sulla sicurezza biologica dei laboratori cinesi (controllati anch’essi dallo Stato) e con cui lui ancora continua a collaborare ! Per gli esperti di cose cinesi tutto questo è semplicemente assurdo, incomprensibile, non è il modo in cui si comporterebbero normalmente i cinesi (e forse non solo loro) a fronte di un potenziale scandalo di dimensioni gigantesche e con ripercussioni non prevedibili, in un mondo globalizzato e da loro economicamente dominato (anche se in crisi), o forse è proprio per questo? Nessuno sano di mente pensa seriamente che possano far comunicare da un cinese stesso che ci sono falle nella sicurezza biologica e che ci sia addirittura la ricerca sullo sviluppo di potenziali armi biologiche in Cina, la quale ha solo bisogno in questo momento di riuscire a vendere tranquillamente i propri prodotti??! Che gli frega della ricerca su potenziali armi biologiche? Che se ne fa?. C’è qualcosa che mi sfugge, ma da vecchio e appassionato lettore di romanzi di fantascienza, provo a cimentarmi. E se il paper di Xiao, che ricordo è uscito il 20 febbraio a distanza di circa un mese dalla comunicazione OMS dell’epidemia a Wuhan, faccia parte di una strategia di comunicazione studiata a tavolino, che riprende voci e le amplifica, addirittura dall’interno, per poi farle sconfessare dallo stesso, facendola così annegare nel mare delle fake-news ed arruolando la comunità scientifica internazionale che si è allineata acriticamente verso un’ipotesi “naturale” tranquillizzante che invece non risulta reggere alla logica oltre che alla scienza e non solo a me? E poi perché rischiare voci e solleticare la curiosità di qualcuno addentro all’argomento? Anche da Trump e da molti altri capi di Stato si è sollevata inizialmente la questione adombrando l’ipotesi dell’incidente di laboratorio, ma è stato immediatamente zittito (vedi oltre). E per far tacere Trump, cosa c’è dietro di così grande e innominabile? Cosa si nasconde? Perché si comportano così? Isaac Asimov avrebbe scritto che i Bioterroristi Sovranisti Antiglobalisti hanno sviluppato ed usato a Wuhan l’Arma Biologica per farne ricadere la responsabilità sul governo cinese e sono pronti ad usarla negli altri Stati avendola usata anche in Italia come ulteriore avvertimento all’occidente e per questo ricattano i governi delle maggiori potenze; Philip K. Dick o James G. Ballard (tra i miei preferiti), sarebbero stati più inclini alla spy story con un’ attentato ordito dagli Hacker al soldo degli Innominati (Signori delle Case Farmaceutiche) che prendono  spunto (e alla lettera) gli antivirus del PC, immettendo prima il virus in circolazione e sviluppando poi il vaccino che avevano già pronto battendo così la concorrenza e facendo tanti soldi. Cose già viste tra l’altro in diversi film. Ma in realtà le case farmaceutiche sarebbero per il bene dell’umanità, di sovranisti abbiamo solo Salvini che è tutto fuorchè un terrorista, e questa è solo fantascienza!                          

Ma facciamo una piccola digressione che forse ci può spiegare qualcosa in più: perché tutto quest’interesse della ricerca proprio per i pipistrelli ed il coronavirus? Perché i pipistrelli sono mammiferi e rappresentano il 20% di tutte le specie e ce ne sono più di 1200 tipi. La durata della vita è straordinariamente lunga per essere un roditore, alcuni individui raggiungono addirittura i 40 aa, è una specie ubiquitaria presente in tutti i continenti e soprattutto vivono in colonie dense e affollate, condizione perfetta per la diffusione dei patogeni. E condizioni ideali per sperimentare un’arma biologica considerate le similitudini con le metropoli. Ma non è solo di stili di vita. I pipistrelli sarebbero geneticamente predisposti ad ospitare i virus, molto più di altri roditori comuni animali da laboratorio. Su un campione di topi solo l’ 1% è portatore di virus, ma la percentuale sale al 5-10% se si considera uno stesso campione di pipistrelli. E qui si spiega perchè l’associazione virus-pipistrelli è la preferita dei laboratori. Ma andiamo oltre. La loro particolarità è quella di essere gli unici mammiferi in grado di volare. Già alcune ricerche avevano dimostrato che il volo dei pipistrelli è associato ad un tasso metabolico elevato. Ma un metabolismo accelerato ha anche l’effetto collaterale di produrre una grande quantità di radicali liberi, che possono danneggiare le cellule e soprattutto il DNA. Nel 2013 uno studio pubblicato su Science da un gruppo di ricercatori di Singapore ha scoperto il meccanismo attraverso cui i pipistrelli si difendono da queste specie tossiche: possiedono varianti geniche che potenziano i meccanismi di difesa e riparo dei danni del DNA. Queste varianti sarebbero associate al metabolismo dei mitocondri, gli organelli che della cellula sono responsabili della “respirazione”, ossia della produzione di energia. Ma avrebbero anche un’influenza sul sistema immunitario. Gli stessi tratti genetici potenziano infatti l’immunità cosiddetta innata, la principale linea di difesa contro le infezioni. In altre parole, per una bizzarra coincidenza evolutiva, i pipistrelli possono contare su un sistema immunitario altamente efficiente, che blocca l’ingresso dei patogeni nelle cellule. Sono dunque portatori un gran numero di virus, senza mostrare alcun sintomo dell’infezione, o al massimo solo pochi sintomi lievi, paragonabili al nostro raffreddore! Ed anche l’azione sul S.I. dell’uomo che non ha avuto il tempo evoluzionistico dei pipistrelli di adeguarsi ad un loro virus manipolato, la renderebbe un’arma biologica molto temibile. Questa è la chiave anche per noi umani, il Sistema Immunitario (S.I.), e rende conto anche di una delle tante “coincidenze” con il CoVid-19 visto l’alto numero di infetti pauci-asintomatici stimati in questa strana infezione e le categorie risparmiate bambini e donne in età fertile, che per un meccanismo evolutivo, risultano con un S.I. più resistente, come forse anche popolazioni diverse dalle europee che rifuggono dai contatti con tali creature sia per fini culinari che per cultura. Però anni e anni di co-evoluzione hanno reso i pipistrelli praticamente immuni a questi virus, che invece possono essere molto pericolosi per l’essere umano (da cui la ricerca). La trasmissione dall’animale all’uomo è il cosiddetto “spillover” o “salto di specie”, e nel caso dei virus portati dai pipistrelli sembra essere un fenomeno piuttosto comune. Era già successo con l’Ebola, la SARS, il virus Nipah, il virus Hendra, ma non con la MERS (Middle East Respiratory Syndrome) del 2012 sempre a causa di un CoV dove il portatore era il Dromedario interessando principalmente l’area mediorientale. Ma perchè proprio i coronavirus? Perché sono tra i virus che più frequentemente si riscontrano nelle fosse nasali causando fastidiosi raffreddori nell’uomo (quindi l’ospite uomo è già conosciuto ed il salto di specie sarebbe facilitato), ma talvolta, già quelli innocui che albergano nell’uomo, allorquando  riescono a superare la barriera della mucosa nasale (probabilmente in soggetti predisposti e con deficit della risposta immunitaria), possono causare polmoniti atipiche interstiziali anche molto gravi. Pertanto come già detto, basta una modifica della proteina s (chiave della virulenza) abbastanza semplice per un laboratorio di virologia molecolare in mano a qualche malintenzionato, che anche per i comuni ed innocui coronavirus dell’uomo si possa implementare la capacità di penetrazione nelle cellule, mentre lo sbilanciamento Th1-Th2, verso il Th2 proinfiammatorio tipico delle popolazioni anziane occidentali come la nostra, ne dà il sostentamento aspecifico con proseguio della risposta infiammatoria inefficace. Certamente tutto questo maleficio è enormemente facilitato qualora ci si trovi davanti, come nel nostro caso, ad un virus che derivi dalla maledetta ma conosciuta SARS, appunto il SARS-CoV 2. Tutto ciò, si ribadisce, possiede determinanti fondamentali nell’età, sesso e razza ed abitudini alimentari che sono IMMUNO-RELATI e con concomitanza di fattori patogeni come ad es. la terapia antipertensiva essendo espressi a livello polmonare molti recettori ACE 2 su cui agiscono gli ACE inibitori, una classe di farmaci antipertensivi, che nel caso del SARS-CoV  in ricerche effettuate nel 2005 è stato constatato quanto il virus fosse  diventato pericoloso proprio perchè utilizzava ACE2 come porta di ingresso deregolando quindi una via protettiva polmonare favorendo infine la polmonite. Inoltre la capacità di mutazione molto rapida e la dimensione genomica del CoronaV che varia da 26 a 32 KGbasi straordinariamente grande per un virus a RNA, lo rende il candidato, anche a livello di massa genetica, ideale per l’uomo sia in rapporto al peso e sia in rapporto alla vita media per gli studi di Follow Up laboratoristici. Per la SARS individuata nel  2002 ed avente acronimo (Severe Acute Respiratory Syndrome) il genoma è uguale al Covid-19 per oltre il 70% (79,5%), appartenendo allo stesso ceppo dei Betacoronavirus  (gruppo 2B) e comportandosi sull’uomo allo stesso modo: INIBISCONO LA PRODUZIONE DI INTERFERONE che è la principale sostanza implicata nella risposta immunitaria. Obiettivo della Micomedicina sarà trovare una risposta terapeutica integrata con funghi e piante che aumentino la produzione dell’interferone da parte dell’organismo e che sarà oggetto di una prossima pubblicazione. Ritorniamo al punto, anche per l’epidemia della SARS, sempre di origine cinese ma che interessò un’altra area, vi furono aspre polemiche sospettando anche in quel caso l’origine in laboratorio, ma sostanzialmente fece pochi morti in Occidente essendo stata confinata principalmente in Cina. Tutti oramai sanno che la SARS aveva una grossa mortalità (attorno al 30%) e su quanti morti cinesi ci furono c’è sempre stato un interrogativo, ma contrariamente al Covid-19 ora sembra che la Cina abbia avuto una bassa mortalità (attorno al 2-3%), molto differente rispetto a noi probabilmente per motivi inerenti all’età media della popolazione più elevata (siamo la 2° nazione al mondo più vecchia) e della maggiore presenza di soggetti già malati o portatori di più patologie croniche (grazie al ns SSN universalistico!); tuttavia questo aumento di virulenza in determinate popolazioni a rischio ed in società più vecchie di altre, l’agire sul sistema immunitario piuttosto che su altri organi che espone a periodiche ricadute e recrudescenze epidemiche per l’abbassamento ciclico della reattività immunitaria dovuto a vari fattori: il FARE MOLTI MALATI e relativamente poche vittime, oltre alle caratteristiche ideali per un’arma biologica del coronavirus per quanto detto in precedenza sia per quanto riguarda il pipistrello che per lo stesso virus, tutto ciò ricorda molto Verdun nella prima guerra mondiale dove si testò per la prima volta l’Iprite (gas mostarda) che accecava e bruciava le mucose, facendo più feriti possibili perché per ogni soldato ferito c’era bisogno di almeno altri due sani che se ne prendessero cura togliendoli così dal fronte. Il CoVid-19 ha questa logica di una sofisticata Arma Biologica, come versione militarizzata più subdola ma attenuata della SARS, così da essere molto più contagiosa mandando immediatamente in tilt il sistema sanitario nell’ inondare gli ospedali di vecchi che moriranno comunque ma dopo almeno 10-15 gg giorni (degenza media dei pazienti CoVid-19 nelle TI è di 30 gg), perché hanno già il S.I. compromesso e gli antivirali non funzionano (attenzione per gli anziani alla molto diffusa ipovitaminosi D che li rende meno reattivi a livello  immunitario!), con la necessità di un grosso impegno assistenziale sia come risorse economiche, sia umane e di Posti letto in T.I. che, come abbiamo visto, sono pochi in Italia perché hanno un costo elevato di quasi 1500 euro al giorno, successivamente collasserebbe il sistema produttivo ed economico per le misure di blocco e di distanziamento che farà venir meno anche la coesione sociale con tumulti e insurrezioni, dovranno quindi essere soppresse le garanzie democratiche e la libertà personale tramite un sistema di tracciamento dei positivi al virus, ci sarà forse il coprifuoco, gireranno gli zombies per strada ? ..sto ritornando alla fantascienza..o no? 

Ma torniamo all’Ipotesi iniziale quella della Micomedicina, basata solo sull’assunto teorico, ebbene da uno studio pubblicato nella prestigiosa rivista scientifica Nature Medicine da un gruppo di ricerca internazionale del Centro californiano Scripps Research Institute, esaminando le caratteristiche genetiche del virus ha escluso che sia frutto di manipolazione genetica ma ha anche ritenuto “debole” la correlazione genetica ed il salto di specie tramite  Seafood Market di Wuhan, ipotizzando che il virus SarsCoV2 potrebbe essersi evoluto dopo aver circolato indisturbato per anni negli umani acquisendo nuove caratteristiche genomiche mentre passava inosservato da una persona all’altra; una volta acquisiti, scrivono i ricercatori, questi adattamenti avrebbero permesso alla pandemia di decollare producendo un numero di casi sufficientemente grande. Abbiamo la conferma dell’Ipotesi Micomedicina, ed a questo punto il PERCHE’ sia apparso proprio adesso ed in quelle popolazioni, con manifestazioni atipiche in questa strana epidemia, con il TRAMITE DELLA CORRELAZIONE CON I CAMBIAMENTI  CLIMATICI, può apparire più chiaro e forse più plausibile. Greta sarà contenta.      

Di questo e molto altro ancora, oltre all’allegato articolo in originale di Xiao, si parla nel bellissimo articolo tratto dal sito Analisi Difesa (molto seguito da ambienti militari e dei servizi segreti) del giornalista specializzato Mirko Molteni dal titolo:”Coronavirus: Natura, Incidente o Arma? E proprio sull’Arma vi invito a leggere attentamente quello che scrive Molteni ricordando in particolare il botta e risposta tra Trump ed un Ministro cinese, (polemica messa rapidamente e mediaticamente a tacere), con le accuse reciproche di aver creato e diffuso un’arma biologica; l’uno per errore l’altro come attacco biologico vero e proprio portato da atleti USA durante le olimpiadi militari svoltasi proprio a Wuhan ad ottobre 2019…. Sembra ancora fantascienza…… speriamo lo sia e lo rimanga per sempre.

 In omaggio all’autore, prendiamo in prestito anche una parte del titolo.

Buona Lettura

Dott Maurizio Bagnato 

Micomedicina©2020      

Rispondi