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Il fungo della situazione n. 4

Infatti non tutti sanno, meno che mai si è portati a riflettere, circa i reali meccanismi con cui si nutrono le cellule cioè attraverso gli enzimi, i catalizzatori (acceleratori-connettori-amplificatori) delle reazioni che, a seconda del livello metabolico ( nutrizione extra o intra

cellulare), assumono dimensioni, strutture e nomi diversi ma sono tutti fatti allo stesso modo e soprattutto agiscono con i medesimi obiettivi: rendere possibile la prosecuzione dei processi energetici facendo incontrare due elementi: il comburente (ad es. ossigeno o metano) e la materia prima il combustibile (carbonio) generando una combustione ed un residuo, lo scarto del processo, che a determinate condizioni e velocità, è un concentrato potenzialmente energetico (vedasi cenere/petrolio e relaz di Einstein: E=mc2). Tanto per intendersi, quando si accende un fuoco l’enzima è il fiammifero. Senza il fiammifero non ci si riscalda e non si rimane in vita, senza l’enzima le cellule non bruciano e muoiono, senza i funghi non ci sarebbero gli enzimi. La vita stessa dipende dal processo di simbiosi mutualistica (sim insieme e bios vita) miliardi di anni fa quando c’è stato l’incontro tra un batterio e un alga formando un lichene, in cui i due hanno capito che potevano fornire nutrimento e protezione l’uno all’altro e, visto che la cosa funzionava, colonizzare così le terre emerse; il batterio si è specializzato diventando enzima nei funghi che è servito alla funzione fondamentale per il mantenimento della vita sulla terra: degradare la materia morta scomponendola nei suoi elementi base (carbonio e azoto) che potevano rientrare nel ciclo vitale quando assorbiti dalle piante. Anche questo è un metabolismo, la respirazione della terra, ed in questo senso quello che agisce da catalizzatore, quello che rende possibile il processo, è il fungo. Non voglio entrare in teorie ancora più affascinanti come quelle della Prof.ssa Lynn Margulis e di altri che vorrebbero il mitocondrio come un enzima intracellulare derivato dall’inclusione simbiotica di un batterio, ma tornare al nostro mondo Novozymes e alla “tazzurella e cafè” (per dirla alla Pino Daniele e come la chiamano gli autori anglo sassoni black cup of coffee) la nostra Pseudoplectania nigrella.

 

 

 

Novozymes è l’industria leader mondiale in biotecnologie, e tutta la sua fortuna commerciale è sull’innovazione derivata dalla scommessa (vinta) sul binomio funghi-enzimi. Nel sito è possibile leggere la “mission”: coniugare salute e biosostenibilità, ecologia e diminuzione dei gas serra, implementare la qualità della vita e il rispetto dell’ambiente, sembra di sentire un’Organizzazione Ecologista ma al contrario di questi non parlano solamente, fanno business (è l’ unica azienda multinazionale con un costante trend di crescita dalla fondazione di oltre il 10% annuo) e prendono impegni “operativi” con i governi di tutto il mondo in primis con Obama che li ha finanziati nel 2009 per quasi 30 milioni di dollari per il bioetanolo così come i cinesi. La Novozymes come già accennato in precedenza nasce nel 1977 dall’azienda farmaceutica danese Novo Nordisk (specializzata nella produzione di Insulina) negli Stati Uniti quando la Novo compra 187 acri nel North Carolina per produrre biotecnologie con gli enzimi per il tramite dei funghi. In venti anni diventa così importante tale da richiedere un’estensione di terreno 1000 volte superiore e nel 2000 di nascere con una sua propria entità come Novozymes North America (NZY.NA) pur mantenendo la proprietà in mani europee. Ora è una multinazionale presente in oltre 40 paesi, con 6000 brevetti e 700 licenze commerciali e con progetti in ogni continente. Le applicazioni biotecnologiche degli enzimi spaziano dal campo dei detergenti, alla cura della persona, all’agricoltura e alla nutrizione animale, dalle produzioni alimentari all’energia e alle applicazioni tecniche pure, fino ad arrivare alla biofarmacologia campo nel quale ha soppiantato la casa madre. Solo per fare un’esempio nel 2009 hanno prodotto un enzima che produce la plastica biodegradabile (polipropilene) dai residui della canna da zucchero e immediatamente l’hanno venduto alla più grande azienda di canna da zucchero brasiliana. Ogni scoperta è derivata da sperimentazioni di ceppi fungini raccolti in ogni parte del mondo che agiscono sui residui organici trasformandoli in biomassa; dall’analisi della velocità del livello e della qualità del substrato prodotto si isolano gli enzimi del fungo più idonei allo scopo che si vuole raggiungere (ad esempio produzione di zucchero per il bioetanolo) poi attraverso tecniche di DNA ricombinante attraverso ceppi batterici o lieviti, si avvia la produzione massiva dell’enzima che agisce come nel caso della fermentazione dello zucchero in alcool per il vino. Tramite queste tecniche di ingegneria genetica ed avendo sequenziato ceppi di lievito Saccaromices cerevisiae (quello della birra per intenderci) sono riusciti a far produrre parecchie proteine umane tra cui l’albumina, all’eritropoietina, all’acido ialuronico etc, hanno creato da alcuni anni una company ad hoc la Novozymes Biopharma con il compito di produrre tali presidi a costi contenuti per i paesi più poveri e trasferendone le tecnologie localmente con join venture. Per tali motivi da sette anni consecutivi è leader e miete riconoscimenti mondiali sia per l’innovazione tecnologica ma anche per l’etica e la biosostenibilità oltre che per il fatturato. Le applicazioni biofarmacologiche sono state il primo grande successo della Novozymes, attraverso la Pseudoplectania nigrella (primo articolo su “Nature” nel 2005) e questa sua proteina la Plectasina, il capostipite di una nuova classe di antibiotici: le defensine ( o AMP antimicrobial peptide) che erano già conosciute negli animali e nelle piante, ma mai con tale concentrazione, purezza e attività. Infatti si è dimostrata attiva in molti ceppi gram + (come streptococco, stafilococco etc) resistenti agli Antibiotici e responsabili di infezioni letali come quelle ospedaliere (polmoniti, setticemie etc) ma anche in molti gram – ( a questo proposito è recentissima la scoperta sempre Novozymes di una defensina da un organismo marino -forse fungo- con spiccate azioni sui gram – resistenti). La cosa straordinaria della Plectasina evidenziata nella fase 1 sperimentale appena conclusa, è che può essere associata a tutti gli antibiotici di sintesi chimica attualmente presenti sul mercato ampliandone lo spettro in maniera assolutamente sicura in quanto priva di reazioni di ipersensibilità anche perché di origine organica e presente in tutti gli organismi. La Novozymes ha annunciato che la fase 2 e 3 della sperimentazione, propedeutica all’immissione in commercio che dovrebbe avvenire tra un paio d’anni, verrà sviluppata in collaborazione con la Sanofi-Aventis a cui probabilmente ha ceduto il brevetto. Sulla “tazzurella e cafè”, c’è da rilevare che è un ascomicete saprofita del pino/abete e vive bene anche in inverno dalle nostre parti ma soprattutto nelle foreste del nord Europa e del nord America da cui sembra originaria. Abbiamo accennato al bioetanolo e a Barack Obama che ha finanziato insieme ai cinesi lo sviluppo di biocarburanti di seconda generazione che possano derivare dagli scarti (paglia, steli di mais, fieno da colture cerealicole, cortecce di piante e di patate etc) trattati con enzimi-funghi; ebbene il 16 febbraio 2010 come da programmi, è stato presentato l’enzima Cellic CTec2 prodotto attraverso il fungo Trichoderma reesei che, grazie a questo accordo con il Governo USA sarà in grado di portare nel corso del corrente anno il costo del bioetanolo venduto negli USA dagli attuali 2 USD per gallone (4,5 lt) a 0,50 USD a gallone ! Il governo Brasiliano ha subito messo a disposizione le sue produzioni (già ora in Brasile costa circa 0,25 cent/litro). Considerando che il dollaro vale meno dell’Euro e che gli USA intendono portare già nel corso dell’anno dall’attuale miscelazione all’8% della benzina con etanolo (contro il 2% ammesso in Europa) al 25% con piccole modifiche alle autovetture per poi arrivare man mano che la produzione aumenterà (sono calcolati sono negli USA almeno 1 milione di posti di lavoro in più) alla pressochè totale eliminazione del combustibile fossile-derivato contribuendo al protocollo di Kyoto con zero emissioni inquinanti da traffico veicolare e riducendo i gas serra per il 2030 di almeno il 30% su scala planetaria. Ebbene questa notizia, positiva, incredibilmente in Europa non è circolata, forse Obama non è più tanto di moda come pure i cinesi (loro calcolano solo 600.000 posti di lavoro in più) oppure il nuovo ordine mondiale per la salvezza della terra (Cina-USA) non è ben visto dagli europei troppo legati al petrolio arabo ? Sarà fantapolitica, ma quello che conta è che ancora una volta, I FUNGHI SALVERANNO IL MONDO. Come dice il motto di Novozymes: tutto comincia con un microrganismo che diventa trilioni di microrganismi e che interagiscono in modi differenti per creare domani un mondo sostenibile.

E noi che ancora pensiamo che i funghi siano……..na tazzurella e cafè…..

 

Dott Maurizio Bagnato
Presidente
Associazione Internazionale di Micomedicina O.N.L.U.S.

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