Privacy Policy Micoeditoriale Novembre 2012 - Micomedicina

Micoeditoriale Novembre 2012

MICOEDITORIALE  NOVEMBRE 2012

 

Bene cari lettori, questo novembrino sarà un mese editoriale con articoli tutti votati all’esaltazione del fungo come “la forma vivente del cambiamento” anche di quello estremo come causa della morte di altre forme viventi. Questi li chiameremo funghi “contro” (vs) ma con un contentino finale di un altro articolo (che ne contiene all’interno ben tre) sui funghi “pro” pioggia, disinquinamento dalla radioattività e delle acque. L’equilibrio è così garantito. Allegato al micoeditoriale (per questioni di spazio) ho ripreso l’articolo di “Le Monde” sulla Legge francese che riconosce risarcibilità del danno da esposizione professionale degli agricoltori da pesticidi per le malattie considerate “professionali” come il M. di Parkinson ed il Linfoma non Hodgkin.  Una ulteriore dimostrazione della sensibilità e sollecitudine delle autorità sanitarie d’oltralpe (a dispetto delle nostre “letargiche”) e di dati scientifici oramai acclarati sull’eziologia “ambientale” di molte malattie cronico-degenerative come i tumori e le degenerazioni neurologiche.  L’ambivalenza dei funghi degli articoli citati è da riferire solo all’antropocentrismo, quasi che la terra appartenesse all’uomo, in realtà il problema ambientale, ben testimoniato dalla legge francese, è tutta colpa  nostra e alla fine, incuranti dei falsi miti del progresso e delle menzogne sul benessere e la ricchezza “misurabili” con parametri biologici quali l’invecchiamento della popolazione, arriverà il conto da pagare; solo che prima di noi lo stanno già pagando le piante e gli animali, con la diminuzione della biodiversità, e spesso…udite udite il killer non è l’uomo ma il nostro caro amico fungo che pone fine ad una razza di piante o di animali che soffrivano in un’ambiente oramai cambiato dall’uomo e invivibile per loro. Come nel macro così nel micro, secondo la Micomedicina quello che accade nell’ambiente è lo specchio di quello che accade dentro di noi, ed il caso degli agricoltori francesi ne è un’esempio eclatante, come dell’epidemia taciuta dei tumori giovanili come quella della SLA e di tante altre malattie un tempo rare. Come nel primo articolo sull’ Aspergillus fumigatus responsabile del 50% dei decessi di malati immunocompromessi trapiantati e (insieme ad altri funghi)  prima causa di infezioni nosocomiali letali, anche con l’uomo silenziosamente i funghi stanno facendo il loro lavoro di selezione di specie (vedasi secondo articolo funghi Vs rane ed il terzo funghi Vs biodiversità dove si riporta il dato impressionante secondo il quale ben il 65% delle estinzioni di specie animali o vegetali degli ultimi 20 anni sarebbe dovuto ai funghi). E contribuiscono anche indirettamente per mezzo del riscaldamento globale con il rilascio di metano (vedasi quarto articolo). Ma lo Yin e lo Yang con al centro il fungo del  simbolo della Micomedicina, è  testimonianza della centralità dinamica del fungo, nel mezzo fra materia ed energia, fra la vita e la morte, scegliendo tra le due opportunità quella più conveniente al sistema vivente nel suo complesso,  per il suo mantenimento e per la prosecuzione della vita. Probabilmente un fungo ci spazzerà via e sarà un bene per la Terra, ma comunque una chance con i funghi l’abbiamo ancora, visto che gli scienziati di tutto il mondo studiano l’utilizzo dei funghi nel risanamento ambientale (bio-mico-remediation) e, come molte volte abbiamo fatto dalle pagine di questo sito, nel 5 articolo ci sono i funghi-pro (è sempre una convenzione antropocentrica!!) nella formazione della pioggia della foresta pluviale, come nel disinquinamento da Cesio 137 del Boletus badius e del disinquinamento delle acque con la Stilbella aciculosa. Il principio cinese così nel grande così nel piccolo ed duplice ruolo positivo pro-vita dei funghi nel togliere inquinanti,  come nel dare la morte quando non ci sono più le condizioni “ambientali” per la permanenza tra i viventi, è la base concettuale del ruolo dei funghi nella Micomedicina (ed anche la difficoltà nell’applicazione pratica terapeutica sull’uomo) e credo anche argomento sotteso al 5° Convegno Internazionale di Micotossicologia che si terrà a Milano il 3-4 dicembre dove interverrò con un lavoro su epidemiologia dei funghi nelle terapie oncologiche.

Buona lettura

Maurizio Bagnato Ph MD

 

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Il 7 maggio scorso in Francia è entrato in vigore un decreto che riconosce il Parkinson come malattia professionale e stabilisce esplicitamente un nesso di causalità tra questa patologia e l’utilizzo di pesticidi. L’associazione italiana per l’agricoltura biologica (AIAB) ha così commentato la notizia: “Il riconoscimento ufficiale rappresenta una vittoria per questa mobilitazione e acquisisce un carattere importante sia a livello simbolico che concreto aprendo la possibilità a sostegni finanziari per l’incapacità di continuare a lavorare. Un percorso cui dar seguito in Italia – si legge nel sito AIAB – aggredendo radicalmente le problematiche legate a produzione, uso e residui dell’agrochimica. Un esempio da seguire, dunque e una strada, quella dei pesticidi, da abbandonare.”

Sull’argomento si è dibattuto lo scorso 25 maggio nel convegno“Parkinson – Agricoltura e Ambiente dalla parte dei soggetti a rischio”, tenutosi a Noicàttaro (Bari). “Nel nostro paese – si legge nel report di Noicàttaro sviluppo – è stato dimostrato il rapporto di causalità tra l’esposizione ad alcune sostanze utilizzate in agricoltura e la comparsa di sintomi quali abbassamento del numero di globuli bianchi nel sangue, dermatite allergica da contatto, tremori o vere e proprie malattie come il Parkinson e il linfoma non Hodgkin.” “Chi ha contratto una di queste malattie – spiegano gli esperti – deve dimostrare di essere stato esposto a queste sostanze e specificare la durata dell’esposizione. E’ possibile tuttavia avviare procedimenti privati per ottenere un riconoscimento per malattie non comprese nella tabella dell’INAIL, ma l’onere della dimostrazione spetta al paziente.”

Il morbo di Parkinson è la malattia neurologica degenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer, in Italia ogni anno si contano 6 mila nuovi casi.

 

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