Tai chi e Yoga
Particolarmente raccomandata l’effettuazione di esercizi fisici di ogni tipo con esclusione di quelli che aumentano il rischio caduta.
Gli esercizi fisici aiutano ad incrementare la resistenza fisica e la massa muscolare, a migliorare il trasporto di ossigeno al cervello, al cuore ed ai muscoli, a migliorare la mobilità, la coordinazione, l’equilibrio e la flessibilità.
Le tecniche come lo yoga e il Tai-Chi guidano alla ricerca di un benefico equilibrio psico-fisico e migliorano l’equilibrio e la mobilità delle persone affette dalla malattia di Parkinson.
Lo Yoga riguarda in particolare il corpo e la mente. Comprende varie pratiche: posizioni del corpo, controllo ed espansione del respiro, concentrazione, meditazione, tecniche di rilassamento. Le varie posizioni favoriscono l’interazione fra le attitudini del corpo e il sistema nervoso il cui buon funzionamento porta salute all’intero organismo.
Il Tai-Chi inizia con lo studio dei movimenti eseguiti in “forma lenta”. La pratica attenta e costante di questa tecnica, grazie alla sua morbidezza, alla circolarità e alla lentezza con cui è eseguita, rende il corpo più agile e armonioso, migliora la postura ed ha un effetto benefico sul sistema nervoso e sulla circolazione.
Esecizi cinesi Tai Chi per la malattia di Parkinson
Migliorano l’equilibrio e riducono il rischio di caduta
Ricercatori americani hanno condotto uno studio di confronto tra tre diversi programmi di esercizio fisico: uno che comprendeva 6 movimenti tai chi basati su una antica tradizione cinese, integrati in una routine particolare focalizzata sul mantenimento dell’equilibrio e sul cammino; un programma di esercizi focalizzati sul rafforzamento dei muscoli importanti per la postura, l’equilibrio ed il cammino; un programma di esercizi di bassa intensità focalizzati sul miglioramento della flessibilità. Hanno partecipato allo studio 195 pazienti con una diagnosi di malattia di Parkinson di varia gravità (Hoehn & Yahr 1-4), aventi da 40 a 85 anni di età. Dovevano avere anche un punteggio di 2 o più per almeno un arto per tremore, rigidità, stabilità posturale o bradicinesia; un regime farmacologico stabile; essere in grado di stare in piedi senza aiuto e di camminare con o senza un supporto. Pazienti con problemi cognitivi importanti sono stati esclusi. I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale ad uno dei tre programmi di esercizio fisico. Tutti e tre i gruppi di pazienti hanno partecipato a sessioni di 60 minuti due volte alla settimana per 24 settimane. L’obiettivo era valutare gli effetti sulla capacità di sporgersi e cambiare direzione senza perdere l’equilibrio
Il gruppo tai chi ha tratto significativamente maggior beneficio rispetto agli altri due gruppi, mentre il gruppo dedicato al rafforzamento ha tratto maggior beneficio del gruppo che ha svolto esecizi di flessibilità. In particolare, l’equilibrio è migliorato mediamente del 12% con tai chi rispetto al gruppo focalizzato sulla flessibilità e del 5,5% rispetto al gruppo focalizzato sul rafforzamento. Il controllo direzionale è migliorato con tai chi dell’11% circa rispetto ad entrambi gli altri gruppi. Inoltre, la media mensile delle cadute nell’arco dei 6 mesi è stato significativamente minore con tai chi: 0,22 rispetto 0.51 con gli esercizi di rafforzamento e 0,62 con gli esecizi di flessibilità.
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