Privacy Policy Medicina palliativa olistica e cannabis medica nel dolore - Micomedicina

Medicina palliativa olistica e cannabis medica nel dolore

Medicina palliativa olistica e cannabis medica nel dolore neuropatico cronico (dolore da arto fantasma, polineuropatia diabetica, nevralgia post-erpetica , fibromialgia etc) e nel dolore da cefalea ed emicrania.

Generalmente il dolore, che sia di origine conosciuta, quello neuropatico cronico generalmente da lesioni nervose, che quello da cefalea/emicrania di origine sconosciuta spesso psicogeno, hanno scarso giovamento con i comuni farmaci analgesici/antidolorifici e/o psicofarmaci che sono gravati da numerosi effetti collaterali. La medicina palliativa olistica, con in primis la cannabis medica, può essere un risposta in particolare in quei casi resistenti ai farmaci ed in situazioni gravi e cronicizzate. Le attuali terapie impiegano FANS e Paracetamolo nella cefalea ed antiepilettici fino agli antidepressivi nel DNC (dolore neuropatico cronico) mentre si sperimentano, nei più prestigiosi centri universitari al mondo, terapie complesse a base di prodotti naturali come antiossidanti, olio di pesce, fattori di crescita derivati dai funghi officinali e derivati della cannabis medica, proprio come nella pratica della medicina palliativa olistica.

La differenza fra un dolore, come quello della cefalea episodica e nel DNC è che quest’ultimo, provenendo da una lesione anche pregressa delle fibre nervose, non cessa al cessare dello stimolo nervoso come accade nella cefalea muscolo/tensiva o nell’emicrania classica, ma il neurone (il “cervello-corpo cellulare” della fibra nervosa) è alterato nella sua funzionalità e continua a trasmettere l’impulso doloroso anche quando la causa scatenante è stata rimossa. Questa è la causa del dolore da arto fantasma, polineuropatia diabetica, nevralgia post-erpetica , fibromialgia, S. di Guillaume-Barrè, nevriti etc che si riesce a controllare solo parzialmente con i comuni analgesici. Il funzionamento delle vie nervose fa comprendere i motivi di tale comportamento ed il ricorso ad approcci terapeutici innovativi. Infatti vi è una tendenza delle fibre nervose danneggiate (a mò di filo scoperto) a produrre continue scariche elettriche e a riprodurre, quindi, la percezione del dolore che viene immagazzinato, nel tempo, nel “cervello-corpo cellulare” del neurone accumulando vescicole di neurotrasmettitori (serotonina, dopamina etc) in eccesso che forniscono la base strutturale organica della riproduzione del dolore anche in assenza della causa (fenomeno chiamato allodinia) cioè dopo fenomeni riparativi cicatriziali e dopo la cessazione dell’infiammazione. Il funzionamento degli antiepilettici sta proprio nell’inibizione del potenziale di attivazione che con la depolarizzazione fa partire gli spike della scossa elettrica mentre gli antidepressivi potenziano una delle vie naturali che inibisce il dolore, quella mediata dall’ormone noradrenalina, che agisce insieme ad un altro segnale chimico che inibisce naturalmente il dolore fornito dal GABA (acido gamma-amino-butirrico). Proteggere naturalmente i neuroni dal danno sembra possibile, uno studio dell’Università del Texas, pubblicato su Pain, la somministrazione di antiossidanti di origine naturale (presenti nella Curcuma e nello Zenzero) ha limitato la perdita della via inibitoria (GABAergica) nei topi trattati con riduzione del dolore manifestato. Anche l’acido docoesanoico, ingrediente principale di molti integratori di olio a base di pesce, ha un ruolo protettivo. Lo hanno scoperto all’Università di Duxe e sempre su modello animale, il composto limiterebbe il rilascio di chemiochine e citochine dopo un trauma nervoso, allorquando le molecole infiammatorie richiamando i macrofagi sul nervo leso favoriscono la distruzione di neuroni lungo la via sensoriale, mentre i grassi polinsaturi come la sfingomielina e la sfingosina forniti da altri omega tre insieme agli effetti antiossidanti lipidici dell’ astaxantina provenienti dal Krill, completebbero il lavoro favorendo la riparazione delle guaine mieliniche (Annals of Neurology) . Tra le molecole oggetto di studio anche la dopamina, l’ormone chiave della malattia di Parkinson, e i fattori di crescita neuronali come quelli isolati nei funghi. La capsaicina presente nel peperoncino avrebbe un potente effetto analgesico utile nella cefalea/emicrania mediato attraverso le vie della Noradrenalina, come il salice bianco (Salix alba) denominato l’aspirina naturale per il potente effetto analgesico sulla cefalea ben conosciuto nella tradizione erboristica sotto forma di infuso. Utile l’assunzione di Vitamina D2 proveniente dai funghi che unitamente agli omega 3 avrebbe un’azione protettiva le guaine mieliniche attraverso la sua azione antiossidante e immunostimolante insieme ad altre vitamine come la C A E.

Funghi officinali: Hericium erinaceus

Come hanno dimostrato gli studi di Rita levi Montalcini sul NGF, esiste il fattore di crescita neuronale che ristabilisce le connessioni ed i neuroni mentre una volta si riteneva che non ricreassero più una volta lesionati, ciò è dovuto proprio alla presenza del NGF per il quale la Montalcini ha ricevuto il Nobel per la medicina. Tra l’altro molti dei farmaci introdotti per via sistemica hanno difficoltà a superare la barriera emato-encefalica mentre le sostanze naturali del fungo Hericium non l’ hanno. Si ritiene che un precursore lipofilo di DHA presente del fungo agirebbe limitando il danno nervoso attraendo citochine localmente e attivando, come la dopamina, i fattori di crescita neuronali.

Cannabis medica: equilibrio THC e CBD

Il THC tetraidrocannabinolo è il principale costituente delle infiorescenze con spiccata azione psicotropa ed antidolorifica presente nella Cannabis var sativa acquistabile come preparato galenico e somministrabile ai sensi del DM 09/11/15. Più cresce la quantità di THC più è potente come antidolorifico ma aumenta altresì anche il rischio di sviluppare assuefazione e dipendenza. La neuropatia herpetica, la diabetica come la fibromialgia rispondono bene al trattamento con la cannabis ad una titolazione in THC del 22% con pochissimo CBD che ha effetti frenanti sul THC. Viceversa l’emicrania come la cefalea rispondono meglio a titolazioni più equilibrate fra THC e CBD. Meglio ancora se si associa in ambedue le tipologie di dolore ad un trattamento di agopuntura secondo principi di rotazione dei punti e avendo sempre l’accortezza di pungere tra gli altri il 36 ST (zu san li : tre dimore della gamba) un grande punto antistress (nevralgie collegate a gastriti -loggia terra meridiani MP e ST- problematiche di origine nutrizionale e nervosa) che aumenta l’energia difensiva dell’organismo equilibrandola, situato sula faccia anteriore della gamba nell’angolo tra la testa del perone e la tuberosità della tibia, insieme al 1° RE (yongquan: sorgente zampillante) punto sorgente dell’energia primordiale Jing collegato all’energia primordiale che proviene dall’acqua che forma le ossa (problematiche costituzionali o di esaurimento dell’energia) e ne consente la conduzione elettrica con indicazioni che vanno dalla cefalea all’epilessia ai dolori reumatici e nevritici ed è un punto molto doloroso perchè situato in una fossetta sotto la pianta dei piedi, oltre ai classici 20VG, 17 VC oltre ai punti locali. Ad eccezione della cannabis (e dei derivati dell’oppio) non esistono in natura rimedi in gemmo o fitoterapia puramente antidolorifici. Nella medicina palliativa olistica possono agire da adiuvanti il Ribes Nigrum MG o TM, l’ O.E di Menta piperita o di Melissa. L’Omeopatia, a mò di antidolorifico (tipo paracetamolo), in caso di emicrania/cefalea fa ottenere quasi sempre ottimi risultati con una dose unica di Nux vomica 5-7 CH, poi una dose di Sulphur 9 CH mezz’ora dopo e per chiudere Rhus tox. 15 CH dopo un’ora dal primo rimedio.

Dott Maurizio Bagnato © 2017

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