Privacy Policy Funghi, microbioma e k colon - Micomedicina

Funghi, microbioma e k colon

Finalmente la ricerca ha cominciato a delineare meglio i meccanismi con cui insorge il cancro colo-rettale. Uno dei fattori che sta sempre più emergendo è il ruolo del microbiota alterato con la presenza  e prevalenza di ceppi particolari (es Fusobacterium nucleatum) che si associano costantemente alla presenza del cancro, indipendentemente dalla dieta, stile di vita etc  (come da una recente ricerca pubblicata su Nature Medicine). In particolare uno di questi ceppi, ancora non identificato, metabolizzerebbe la Colina presente in particolare in prodotti ritenuti fino a poco tempo fa salutistici come la Soia, producendo un composto tossico la Trimetanolammina, che come tutte le ammine, causerebbe il K colorettale (uno dei primi sintomi sarebbe uno sgradevole odore di pesce). Secondo noi il ruolo della dieta e dell’epigenetica delle razze nello studio è stato trattato troppo superficialmente, considerato che l’associazione rivela solo il risultato finale del processo (quando già il cancro c’è) e non dice nulla sui trascorsi, anche di anni, dell’alimentazione di un certo tipo e magari su chi non era abituato a quel tipo di alimenti (epigenetica delle razze).  D’altra parte come in negativo c’è il ruolo delle ammine, è incontrovertibile  il ruolo protettivo delle fibre contro il K del colon, già ampiamente dimostrato da numerosi studi scientifici ed in particolare della chitina presente soprattutto nei funghi, la quale comportandosi da Prebiotico, seleziona popolazioni di batteri che producono gli SCFA, una specie di elisir protettivo della mucosa. Estrapolando studi su linee cellulari cancerose e su cavie con K del colon alimentate per il 5% giornalmente con Pleurotus ostreatus si ottengono effetti di regressione del tumore, pertanto si può ragionevolmente ipotizzare uno ruolo protettivo contro il K del colon con l’assunzione di pochi grammi al giorno del fungo e fino a 200-250 grammi alla settimana. Figuriamoci con il Pleurotus ostreatus officinalis in cui le potenzialità anticancerogene e antidegenerative  della Vitamina D2,  dell’Ergotioneina e delle altre sostanze come il Germanio e Selenio sono iperconcentrate e metabolicamente attive!! 

Buon pranzo a tutti con i Funghi officinali.
Dott Maurizio Bagnato (c) 2019

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