Privacy Policy LA MICOMEDICINA E L’ATTUALE EPIDEMIA DA CORONAVIRUS - Micomedicina

LA MICOMEDICINA E L’ATTUALE EPIDEMIA DA CORONAVIRUS

C’è un fatto che appare evidente in questa epidemia è che colpisce i soggetti più deboli, già malati, gli anziani, i soggetti immunodepressi etc, tra l’altro si comporta come ogni brava epidemia il cui contagio è per via aerea analoga quindi alle consuete epidemie influenzali ma, fortunatamente, sembra molto meno letale della SARS con il 10% dei decessi fra i soggetti colpiti e con quasi la metà, attorno al 2%, dei morti dell’influenza stagionale. La “banale” influenza stagionale è letale prevalentemente per le stesse categorie di soggetti addirittura nel 5% dei casi (malati, anziani, cardiopatici, oncologici etc); ma qui c’è la variabile vaccinazione per cui probabilmente i morti per l’influenza stagionale, senza vaccino, sarebbero stati molti di più a testimonianza quindi della bassa virulenza del Coronavirus ma di un’alta contagiosità per l’assenza di difese specifiche dovute alla “ memoria immunologica”. E questo la dice lunga sull’allarme generale dal Coronavirus: da una parte per l’esigenza di protezione di tali categorie di pazienti e dall’altra per evitare il collasso del sistema sanitario per l’alta affluenza prevedibile negli ospedali. Tuttavia uno dei problemi, è che siamo abituati a ragionare in termini farmacologici: una malattia-un farmaco; un nuovo virus-nuova epidemia-nuovo vaccino…dimenticandosi che il vaccino richiede tempo-tempi tecnici per approntarlo peraltro mai immediati e che il virus, e il Covid-19 si sta mostrando tale, ha tassi di mutazione molto elevati (si parla già di una variante “italica”) per cui il vaccino studiato quando arriva in produzione potrebbe non essere più efficace perché il virus è già mutato. Purtroppo in mezzo ci sono le persone a cui vanno date delle risposte non solo in termini generici di profilassi (lavarsi le mani, evitare luoghi affollati etc) ma anche di prevenzione primaria innalzando la reattività del sistema immunitario ed a maggior ragione, visto che è un virus molto contagioso perché nuovo, ma con scarsa virulenza e soprattutto bassa mortalità, nel concentrare l’attenzione sulle categorie a rischio già menzionate, ovviamente sempre in attesa di un vaccino, ma nel frattempo innalzando le difese immunitarie per tutta la popolazione in modo che la circolazione del virus sia la più bassa possibile (meno malati e meno portatori) preservando così le categorie a rischio. Potrebbe essere una strategia vincente in considerazione della grande prevalenza di soggetti paucisintomatici e, a quanto pare, di una buona percentuale di portatori sani, ovvero persone che albergano il virus e lo trasmettono senza mostrare sintomi conducendo una vita del tutto normale, dato confermato dall’alta prevalenza di Covid-19 nel personale sanitario apparentemente sano riportati dai cinesi e nei focolai italiani, che dimostrano oltremodo quanto velleitarie fossero le prime mosse nel cercare contenere l’epidemia (stop voli dalla Cina, tamponi ai contatti e non ai malati etc ).

D’altra parte questa strategia (innalzare le naturali difese immunitarie nella popolazione), è stata da sempre e storicamente utilizzata (vedasi tubercolosi) per ogni emergenza epidemica ed anche allorquando sono stati ottenuti dei vaccini efficaci, in un esempio molto vicino per il comportamento epidemico nell’influenza, dove il vaccino viene offerto gratuitamente in primis alle categorie a rischio ma anche ai potenziali portatori sani (personale sanitario). Anche in termini generali la capacità di risposta immunitaria di un individuo/popolazione contro un virus o batterio si distingue in generica o aspecifica (versus specifica che si acquisisce a seguito da malattia o di vaccinazione), dipende in larga misura dall’età e da come stiamo in salute che non significa solo assenza/presenza di patologie croniche ma anche da come ci nutriamo e dal cosiddetto stile di vita (fumo di sigaretta, alcool etc). La medicina cinese spiega perfettamente come l’immunità di un individuo sia essenzialmente legata al tipo di alimentazione (attraverso la circolazione del Qi nutritivo) ed anche l’omeopatia dà risposte in termini di terreno e di costituzione, ma la Micomedicina è tra le medicine olistiche quella che secondo noi potrebbe dare nello stesso tempo risposte scientifiche e dottrinali più corrette. Sappiamo infatti che i funghi attraverso i polisaccaridi (beta-glucani) di cui è composto in prevalenza il corpo fruttifero agiscono nella bilancia immunitaria Th1-Th2. I Th o Linfociti T helper sono speciali categorie di Linfociti (un tipo di globuli bianchi) che giocano un importante ruolo nel ristabilire e massimalizzare (cioè finalizzare) le capacità del sistema immunitario verso 2 una produzione e promozione cellulare di tipo citotossico o umorale pro-infiammatoria. Se questo equilibrio (bilancia) immunitario è spostato al Th-2 cioè verso la cronicità abbiamo una produzione di citochine che deprimono la risposta citotossica dei linfociti T contro virus e batteri diminuendo Il-2 e IFN-Y (Interferone gamma) e aumentando IL-4 utile alla risposta immunologica per condizioni autoimmuni, allergie e cancro essendo aumentati mediatori dello stress ossidativo con > dell’infiammazione (infiammazione cronica di basso-grado), > del l’attività metabolica e > dell’angiogenesi, viceversa in caso di aggressione da virus o batteri la bilancia dovrebbe immediatamente pendere verso il Th-1 con la produzione delle citochine indicate (Il-2 e IFN-Y) attivazione di Macrofagi, Natural Killer e di Cellkule T-citotossiche con distruzione degli ospiti non graditi. Purtroppo pazienti che già combattono dure battaglie come quella contro il cancro impegnati al massimo nel Th2 non hanno le risorse a livello linfocitario per attivare questa via Th1, a meno che non provvediamo noi ad integrarle con i beta-glucani dei funghi i quali si legano a specifici recettori cellulari sia dei macrofagi che Monociti, NK, cellule dendritiche etc stimolando la proliferazione e la produzione di linfociti e citochine per un’azione citotossica contro l’invasore. Questa azione comune dei funghi dipende dalla biomassa dei funghi assunti nella normale alimentazione, mediamente una quantità di 200-300 gr di funghi a settimana ad esempio del genere Pleurotus Pleurotus ostreatus o eryngii (Cardoncello) garantiscono un apporto ottimale in betaglucani; tuttavia abbiamo nel genere Cordyceps sinensis o militariis anche una sostanza ad azione antivirale e di tutto riguardo come la Cordycepina, suo costituente “nobile” una 3-deossiadenosina, una analogo dei nucleotidi, presente ad alti livelli nel Cordyceps militaris. Differisce dall’adenosina costituente le catene DNA/RNA dall’assenza di ossigeno nella posizione 3 della sua parte ribosio (zucchero), per questo alcuni enzimi non possono distinguerla da quella “normale” in particolare nella sintesi delle catene DNA/RNA e utilizzandola si provoca l’interruzione della biosintesi nucleare o di RNA quindi si blocca la replicazione nei Virus a RNA come il Covid-19, già peraltro utilizzata in Africa e con buoni risultati nella cura dell’HIV quale inibitore della trascrittasi inversa. Pertanto se ne potrebbe prospettare l’utilizzo quale antivirale di I° livello a dosaggi di 2 cps da 500 mg al di’ attraverso l’uso di un buon integratore a base di Cordyceps militaris peraltro molto costoso e pertanto spesso sostituito dal sinensis con molta meno Cordycepina. Insieme va assunta Vitamina C di origine vegetale (da Rosa canina o Acerola) la quale otre alle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, stabilizzante vasale e immunostimolanti proprie, consente l’assorbimento dei funghi e con un dosaggio consigliato di 1 o 2 gr al dì. La Micomedicina si distingue dalla micoterapia perché mette un razionale nella strategia terapeutica che parte dall’impostazione dottrinale che si può riassumere in una frase: i funghi sono nutrienti e agiscono come tali nel rinnovamento cellulare e nell’eubiosi, tutto il resto dell’azione terapeutica è compatibile con tutte le armi a disposizione e nel caso specifico con fitoterapici ad azione antivirale ma a patto che aggiungano una rapidità e specificità di azione nell’organismo umano che i funghi non hanno. Per questo gli Oli Essenziali delle piante sono i benvenuti nella Micomedicina ma in questo caso particolare è la radice di una pianta l’Astragalus membranaceus pianta delle Fabacee originaria dell’estremo oriente, i cui polisaccaridi possiedono una importante azione immunostimolante esplicata attraverso molteplici meccanismi: aumentano il numero delle cellule staminali nel midollo osseo e nei tessuti linfatici aumentando la produzione di immunoglobiuline IgA e IgM nelle secrezioni nasali dell’uomo (via di ingresso del Covid-19), stimolando i macrofagi, aumentando la fagocitosi, potenziando l’effetto dell’interferone, attivando i linfociti T e le cellule NK ed aumentando la produzione di anioni superossido da parte dei macrofai peritoneali. E’ sufficiente una dose di 20 gtt la mattina per tutto questo periodo epidemico, il problema è trovare un prodotto di buona qualità. Grazie dell’attenzione Dott Maurizio Bagnato Specialista in Igiene e Medicina Preventiva – Presidente Micomedicina ONLUS Micomedicina ©2020

Rispondi