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Micoeditoriale 2015

MICOEDITORIALE

La MICOMEDICINA nella MEDICINA PALLIATIVA OLISTICA VS STIPSI (PDF allegati incontri di Micomedicina MPOMICOMED e STIPSIMICOMED)

La svolta della Micomedicina in Medicina Olistica Palliativa, nasce da desiderio di unificare la complessit della medicina attuale, in particolare nella ricerca di un approccio globale/olistico, proprio nel campo che pi di tutti ha bisogno di risposte semplici e immediate: quello della medicina palliativa per i malati terminali. I bisogni del malato terminale sono molteplici: innanzitutto quello di non soffrire oltremodo e di morire con dignit possibilmente nellambiente a lui pi familiare ed accanto ai propri cari. I medici e gli infermieri sono chiamati ad un compito gravoso: quello di dare sollievo ai sintomi immediati e pi gravi, come il dolore somatico o viscerale da cancro, cercando nello stesso tempo di non togliere la speranza ma di far intuire la dura verit, cercando di instradare il malato e i parenti in quel tortuoso cammino di consapevolezza ed accettazione. Tutte le medicine bioenergetiche, in particolare lomeopatia e lantroposofia in occidente, ma soprattutto quella orientale come la medicina cinese, quella tibetana e layurvedica, (che hanno dalla loro anche una filosofia unificante sotto il segno del tao o prana), possiedono una marcia in p nel dare risposte ai bisogni del malato terminale; sono cio per definizione palliative perch non mirano alla guarigione quasi miracolistica del farmaco delle cure cosiddette attive (chemio/antibioticoterapia),ma approcciano riequilibrando uno squilibrio energetico/funzionale che passa attraverso lazione di macromolecole biologiche contenute nei nutrienti dei funghi e delle piante fino a composti pi vicini alazione dei farmaci ed infine, saturato laspetto biologico-organico, si rivolgono a quello elettromagnetico-vibrazionale nelle sostanze omeopatiche che risuonano direttamente con il corpo astrale cio con lanima. E evidente, da quanto detto finora, che solo unapproccio globale (avvolgente/palliativo da pallium:mantello) cio contemporaneo di tutte le armi terapeutiche a disposizione, pu cercare di contrastare un sintomo del malato terminale, utilizzando alloccorrenza anche farmaci allopatici, perch il nostro obiettivo pratico cio far star meglio quel paziente risolvendo nellimmediato il sintomo. La Medicina Palliativa Olistica (MPO) si compone della Micomedicina che con i Funghi rappresenta la Summa delle Medicine Bio-energetiche in considerazione della base organica rappresentata dalla miconutrizione/nutraceutica come di quella teorico/vibrazionale relativa alla direzione di simbiosi e allisopatia. La MPO si compone anche degli altri due aspetti (vedi PDF allegato MPOMICOMED)lOsteopatia olistica e la Psicologia di auto-aiuto secondo il Metodo Simonton.

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Micoeditoriale Gennaio 2015

Vitamina D2 fungina ci salver dal cancro e da alcune malattie di possibile origine autoimmunitaria (diabete, Sclerosi multipla, Artrite reumatoide, Cardiovasculopatie, Depressione etc) ?


Salve, cari lettori della Micomedicina, oggi si parler di uno dei cavalli di battaglia della nostra idea di medicina: la Vitamina D2. Come molti sapranno ci sono ben 5 tipi di Vitamina D, quella che produciamo noi e gli altri organismi animali la D3, mentre la D2 deriva solo ed esclusivamente dai funghi. In origine (anni 30 negli USA), quando stata osservata la correlazione fra rachitismo, esposizione solare e bassi livelli di Vitamina D, la Vitamina D scelta per supplire alla carenza era la D2 dato lalto costo dellolio di fegato di merluzzo e di altre fonti animali di D3. Ma il motivo non era solo economico, infatti la supplementazione di D3 deve essere cauta, infatti un iperdosaggio pu causare problemi di cefalea, nausea, confusione mentale oltre che laumento di colesterolo e possibili calcificazioni anomale e calcolosi. Tutto questo succede perch la Vitamina D regola lassorbimento e lincorporazione di calcio nelle ossa aumentando il calcio circolante. Ma che centra il colesterolo ? Centra, perch il nucleo centrale della Vitamina formato da colesterolo che va ad incrementare il colesterolo circolante. Per questo negli USA dagli anni 40, visto che hanno sconfitto il rachitismo proprio grazie alla vitamina D2, l aggiunta di D2 nel latte e in altri prodotti, prassi consolidata.

 

Micoeditoriale Ottobre 2014

AVVELENAMENTI DA FUNGHI: Storia di una    Trogia venenata

Salve cari lettori della Micomedicina, questa volta, vista la stagione, ci occupiamo di avvelenamenti da funghi, l’aspetto  che più dell’uso come medicinale, che rappresenta il nostro interesse, ha portato invece alla ribalta mediatica (spesso nella cronaca nera) i nostri amati funghi!  Nella sintesi degli articoli (a lato) abbiamo riportato alcune informazioni importanti sulla prevenzione e sull’epidemiologia, evidenziando che in Italia ancora si muore (una decina di casi l’anno) soprattutto per la sindrome falloidea da ingestione di Amanita phalloides e delle Lepiote di piccola taglia (cristata e brunneoincarnata), nonostante gli Ispettorati Micologici presenti in tutte le ASL (unicità mondiale: i micologi nel SSN) e MdS (vedi pubblicazione) impegnati nella prevenzione: con il controllo di quanto raccolto,  informazione e intervento di consulenza agli ospedali in caso di ingestione. Ma questa volta voglio parlare di un’avvelenamento da fungo esotico che è stato la causa della Sindrome della Morte Improvvisa nella regione dello Yunnan (ovest della Cina) con centinaia di morti, dagli anni 70 fino al 2009, che come dice il nome abbatteva repentinamente le persone in buona salute facendole crollare morte spesso mentre passeggiavano o lavoravano nei campi. Il responsabile è stato ritenuto essere il fungo Trogia venenata individuato dopo anni di studi e indagini epidemiologiche nel territorio effettuati dall’agenzia epidemiologica di stato cinese analoga al CDC USA. L’epidemiologia (analisi della mortalità in ambiti familiari)  è stato il fattore chiave che ha consentito di individuare tutte le più recenti sindromi da avvelenamento da funghi, in particolare quelle a lunga incubazione come la Sindrome Orellanica (Cortinarius orellanus e speciosissimus), anche se, come nel caso Trogia , non c’è ancora concordanza tra gli studiosi sui fattori chiave e i meccanismi, soprattutto sulla base di un’osservazione: molti di quelli che morivano per fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco non avevano avuto disturbi intestinali dopo l’assunzione del fungo che peraltro mangiavano da anni, ipotizzando anche una sorta di resistenza alle tossine da parte di gruppi familiari su una interazione dose dipendente delle 3 tossine ( un acido guanodino butirrico e due aminoacidi acetilenici) che avevano causato la morte improvvisa dei ratti di laboratorio.

1°Articolo; 2°Articolo; 3°Articolo;4°Articolo;5°Articolo;

 

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Micoeditoriale Marzo 2014

MICOEDITORIALE 01/2014  Ganoderma lucidum e caffè: la svolta

Carissimi amici della Micomedicina, dopo un lungo silenzio durato oramai 5 mesi, eccoci di nuovo qui a scrivere di funghi e di un altro modo di vedere la medicina, attraverso di loro, appunto. Questo periodo senza micoeditoriale, non è passato invano, infatti siamo tornati più forti e determinati di prima con un Micoeditoriale che definirei della svolta.  Abbiamo in particolare le idee più chiare su un punto fondamentale, i funghi comunque vengono assunti fanno bene, ma soprattutto devono essere assunti  quotidianamente possibilmente nei pasti e nelle bevande di comune utilizzo come il caffè.  Qualche purista dell’uno o dell’altro alimento storcerà il naso: follia mettere un fungo nel caffè, ma  personalmente ho fatto come San Tommaso, ho fatto provare agli altri e sono stato a guardare per un po’ di tempo (circa un anno)  raccogliendo un dossier sugli effetti e sulla palatabilità; le conclusioni hanno sorpreso anche me, il fungo in questione (Ganoderma lucidum)   assunto regolarmente nel caffè o in altri prodotti come la cioccolata o il thè verde sotto forma liofilizzata e con una percentuale minima (dal 5 al 10%), ha dimostrato di  possedere gli effetti salutistici noti ed in particolare di agire regolarizzando la pressione arteriosa, migliorando gli indici epatici, risolvendo molti casi di allergie, dermatiti e di astenia cronica, rivitalizzando e agendo su situazioni degenerative importanti  etc etc (vedasi articolo sotto e a lato), insomma  gli effetti per i quali è noto nella medicina tradizionale cinese come il fungo della longevità e della salute riservato agli imperatori cinesi. Ed il caffè è anche buono!! Per i produttori è stato l’uovo di colombo, riuscire a creare un superalimento gradevole al palato che assunto più volte al giorno, come il caffè, riuscisse a raggiungere quella dose minima di principio attivo, ma sufficiente a  produrre un effetto sulla salute immediato e durevole. Le sostanze attive nel Ganoderma lucidum sono molteplici, in particolare mi soffermerò sui polisaccaridi (Beta-glucani) e sul Germanio, un oligoelemento metalloide,  di cui è ricco il Ganoderma che è la più potente sostanza antiossidante esistente in natura capace di legare ben otto atomi di ossigeno. L’azione del Ganoderma è insieme antiossidante dovuta al Germanio e immunostimolante per i beta-glucani ed è esaltata dall’estrazione in acqua calda come nel caffè, dove in particolare il Germanio assume una forma ionica energeticamente attiva che riesce a penetrare facilmente nelle cellule attraverso la membrana cellulare. L’azione del calore dell’acqua calda favorisce  anche il salto elettronico dovuto agli ioni metallici  nei mitocondri, capace di produrre energia sotto forma di ATP che rappresenta la respirazione cellulare con effetto anti radicali liberi (antiossidante). E’ proprio la respirazione cellulare che si favorisce con il germanio che è alla base  degli effetti rivitalizzanti e detossificanti del Ganoderma che vengono amplificati dalla stimolazione immunitaria sui linfociti e citochine dei Beta-glucani contro le aggressioni virali e batteriche.  Insomma un superalimento completo con un caffè, un’idea geniale. Nel riquadro in alto a sinistra, come di consueto, ho inserito alcuni articoli collegati con la tesi del micoeditoriale; il primo è tratto dalla mia tesi di Master di Fitoterapia all’Università di Siena che ho discusso a Dicembre u.s. ed è relativo ad un grosso studio effettuato negli USA durato un anno,  sul confronto fra diete ipocaloriche effettuate sostituendo i funghi (alimenti a più  bassa densità energetica)  al posto della carne, anche in questo caso grandi risultati con i funghi: a parità di calorie quelli con i funghi dimagrivano di più (3,18kg) e soprattutto mantenevano i risultati più a lungo. Per questo oramai da alcuni anni nella piramide alimentare degli USA, occupano un posto fondamentale i funghi con una RDA quasi giornaliera! Altro articolo, dai funghi un nuovo (ed ennesimo!) aiuto nella lotta contro il cancro, da una ricerca italiana la tossina di un fungo Brefeldina A blocca una proteina che regola il ciclo cellulare delle cellule cancerose bloccando la trascrizione e favorendo l’apoptosi. Ed infine due articoli che ribadiscono il ruolo fondamentale dell’alimentazione possibilmente integrata con i funghi e con il caffè al Ganoderma di cui, da questo momento, ci facciamo portavoci ufficiali: la supplementazione con integratori multivitaminici, secondo la US Preventive Services Task Force (organo ufficiale USA), non avrebbe senso in chiave preventiva   ed anzi potrebbero risultare nocivi (Vitamina E e carcinoma  polmonare e alla prostata) , l’altro sul Junk Food (cibo spazzatura) anche questo come i composti multivitaminici, caro agli americani, le glicotossine dal metabolismo di carboidrati provenienti dai JF favorirebbero la M. di Alzheimer.

Cosa stiamo aspettando a mangiare funghi tutti i giorni, che siano champignon trifolati o fettuccine ai porcini e a seguire un bel caffè al Ganoderma ?

Buona lettura

 

Dott Maurizio BAGNATO MD

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Micoeditoriale Ottobre 2013

MICOEDITORIALE  OTTOBRE FINGOLIMOD VS SM
Eccoci di nuovo con il nostro consueto appuntamento gentili sostenitori della Micomedicina. Questo mese riprendiamo una notizia apparsa nella scorsa estate sullo studio di fase III Transforms presentato al congresso dell’European Neurological Society svoltosi a Giugno a Barcellona, che ha dimostrato l’efficacia del farmaco Fingolimod distribuito in Italia dalla Novartis con il nome commerciale di Gilenya, sulla Sclerosi Multipla, relativamente a tutti i quattro principali outcomes di malattia: perdita di volume cerebrale, lesioni attive (misurate con RM), tasso di recidiva e progressione della disabilità. Miglioramenti sono stati osservati nei pazienti passati dal trattamento standard con Interferone (interferone beta 1 a) a Fingolimod nei 12 mesi successivi al passaggio e fino alla fine dello studio di estensione a 4 anni e mezzo, tanto da diffondere tra gli studiosi entusiastici commenti come di un farmaco rivoluzionario meglio dell’interferone. Quando si tratta di rivoluzione c’è sempre di mezzo il mondo dei funghi, ed in effetti il Fingolimod non è altro che un pro-farmaco cioè una sostanza biologica analoga alla sfingosina che ha bisogno dell’azione di un’enzima che la attiva (fosforilazione dalla sfingosina kinasi della cellula) derivato da due funghi un micro e un macromicete: il Myrothecium verrucaria e l’Isaria sinclairii  dei quali sono state sfruttate le azioni sinergiche contro la Sclerosi Multipla: il primo, derivando da un potente pesticida/larvicida utilizzato in agricoltura, blocca l’azione autoaggressiva dei linfociti agendo da immunosoppressore, il secondo, meglio conosciuto come Cordyceps sinclairii e come tutti i Cordyceps, stimola la rigenerazione  l’anabolismo e la riparazione cellulare, in questo caso attraverso la sfingosina nella riparazione della mielina delle cellule nervose. Effettivamente è una vera rivoluzione, non c’è mai stato un farmaco che avesse un’azione così completa sulle cause di malattia della SM, ed i risultati stanno a confermare la bontà del trattamento. Anche se agendo da pro farmaco rimane pur sempre un farmaco, tuttavia non si può fare a meno di considerare come il Cordyceps sinclairii sia stato sempre usato nella MTC come un potente tonico elisir di lunga vita, anche in relazione alle sue caratteristiche di crescita che, come tutti i Cordyceps, sfrutta la chitina dell’esoscheletro di una larva  che lentamente uccide, per costruire il proprio corpo fruttifero; nel caso dell’Isaria v. in pratica si prende il micelio che è la forma anamorfica non strutturata proveniente dal rimaneggiamento della larva. Quanto sopra rende ragione del nome cinese del Cordyceps (Dong chong chao) che vuol dire pianta d’estate verme d’inverno.
Quindi questo mese monografia sul fingolimod: primo articolo su Fingolimod, secondo articolo sulla farmacologia del myriocin sulla SM, il terzo articolo in inglese sui molti usi del Myrothecium verrucaria,  il quarto ancora in inglese dal titolo farmaco per la SM dal folklore al laboratorio narra appunto la storia del Cordyceps prima ricordata,  quinto ed ultimo sulla canapa indiana. 

Grazie dell’attenzione e commentate!

Dott Maurizio BAGNATO MD