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Micoeditoriale Marzo 2013

MICOEDITORIALE MARZO 2013 CAPELLI, K PROSTATA E POLYPORUS U.

Cari amici della Micomedicina, scusate il ritardo, siamo stati molto impegnati ma non volevo farvi mancare per questo il contributo della micomedicina. Certamente il contesto nazionale con le “sorprendenti” elezioni (per noi non molto) e quello internazionale (per modo di dire) visto l’ancora più sorprendente esito dell’elezione del Papa Francesco, hanno un po’ rubato la scena ai funghi medicinali, ma non temete ecco un mensile marzolino molto denso di argomenti e di funghi al centro dell’attenzione e della ricerca mondiale. Questo mese si apre all’insegna del Polyporus umbellatus, un bel fungo cespitoso che cresce anche dalle nostre parti spesso confuso con la più nota Grifola frondosa anch’essa un bel fungo medicinale. I due funghi oltre ad avere l’aspetto simile hanno anche altro in comune, come un’azione sulla loggia energetica della MTC “acqua”, proprietà farmacologiche simili di immunostimolazione e antineoplastiche. Della Grifola più nota come “Maitake” dai giapponesi, non ne parlo ora anche perché lo” Zhu Ling” il Polyporus per i cinesi è più inerente all’argomento che mi sono dato: i rapporti fra caduta dei capelli e ipertrofia/cancro alla prostata. Bisogna riconoscere che l’adagio che l’uomo con pochi capelli avrebbe una maggiore vigoria sessuale, potrebbe avere un fondamento, non fosse altro perché attraverso un enzima, la 5 alfa reduttasi, il testosterone circolante viene trasformato nella prostata (che aumenta per questo in dimensioni) in DHT (diidrotestosterone) un potente anabolizzante attivo a livello dei muscoli, corpi cavernosi del pene ma anche dei capelli dove però incrementa la produzione di sebo ed il ricambio cellulare a livello del bulbo pilifero portando ad un restringimento del colletto, ad una progressiva diminuzione delle dimensioni e spessore fino ad una caduta precoce con inaridimento del bulbo pilifero e chiusura del poro. Insomma, l’effetto del DHT è l’ipertrofia muscolare e della prostata ma anche l’ipotrofia dei capelli con calvizie precoce. E’ conosciuta da molti anni l’azione di erbe come la Serenoa repens ed il Pygeum africanum nell’Ipertrofia Prostatica e di come, con gli anni, da un’Ipertrofia benigna si passi facilmente al cancro. L’azione di queste erbe come di altre (ortica) e di sostanze naturali come la Vitamina B6, lo Zn e l’Acido Azelaico è di Blocco dell’enzima 5 alfa reduttasi, e molte sostanze, come la Finasteride di sintesi(vedi primo articolo) o l’epigallocatechinogallato EGCG naturali del The verde (vedi secondo), sono comunemente usate nell’ IP pur con scarsa coscienza da parte della classe medica della possibilità di prevenire anche il Cancro alla Prostata. Probabilmente molti sono spaventati dagli effetti collaterali soprattutto dei farmaci di sintesi e della soia (fitosteroli) di femmilizzazione con possibile ginecomastia per lo sbilanciamento dell’azione degli estrogeni naturalmente presenti o di quelli introdotti (fitoestrogeni); l’ideale sarebbe trovare un inibitore della 5 alfa reduttasi che non sbilanci l’equilibrio a favore degli estrogeni, cioè che faccia agire il testosterone ma fino ad un certo punto. E noi lo abbiamo trovato, è il Polyporus umbellatus. Negli articoli che seguono ed in quello del paginone centrale si evidenziano due sostanze presenti il Polyporusterone A e B che si comportano allo stesso tempo da enzima e da ormone variando la conformazione tridimensionale, la forma isomerica, cosicchè localmente, nella prostata, sono enzimi che inibiscono la 5 alfa reduttasi facendo diminuire il DHT. Questi enzimi modulano la produzione ghiandolare prostatica di testosterone attraverso i ROS (vedi articolo su KhZ) e l’apoptosi cellulare che blocca la proliferazione cellulare base della trasformazione neoplastica. I capelli sono quindi liberi di crescere con le giuste dosi ormonali. Allorquando i livelli di DHT sono troppo bassi, il Poliyporusterone cambia faccia (la forma isomerica) e non agisce più sul sito di attacco enzimatico lasciando agire la 5 alfa reduttasi sul Testosterone, anzi in alcuni casi, quando il testosterone endogeno è troppo basso, si sostituiscono ad esso mantenendo così l’omeostasi. Tutto ciò passa attraverso un’azione modulante sulle cellule staminali che potrebbe essere il minimo comune denominatore dell’azione dei funghi sulla riproduzione cellulare. E che i funghi agiscano sempre un po’ da enzimi e un po’ da ormoni, era sospettato, che queste due cose potessero avere un carattere di modulazione funzionale omeostatico (pro-vita) a seconda delle esigenze del sistema vivente, è la nostra scommessa e che riusciremo presto a dimostrare. Cari saluti e Buona Pasqua a tutti

Dott Maurizio BAGNATO MD © Micomedicina 2013

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Micoeditoriale Febbraio 2013

Micoeditoriale Febbraio 2013 –Sindrome dell’intestino poroso (Leaky gut syndrome) (Sindrome Italia)

Cari lettori, eccoci ad un nuovo mese, il febbraio corto e amaro delle nostre nonne, e ridendo e scherzando, ci stiamo avvicinando ad ampie falcate all’appuntamento elettorale. Ho detto volutamente ridendo e scherzando perché è tutto così comico..che se non fossero le tragiche condizioni economiche delle famiglie a tingere il quadro di tinte fosche, verrebbe da ridere a sentire quante ne stanno sparando. Non credo di esagerare dicendo che forse saranno fra le ultime elezioni da stato almeno apparentemente democratico, perché possiamo scegliere tra uno stato di polizia tributaria a quello dei buchi e dei falsi in bilancio o dello Spread, lasciando inalterati e intoccabili i poteri forti dei monopolisti dell’energia-banche-assicurazioni la triade dei bancarottieri di professione. Il problema è che lasciando così le cose falliremo prima noi come singoli-famiglie-industrie e poi lo Stato, anche perché dopotutto lo Stato siamo noi! Bisogna riprendersi la Stato: questo dovrà essere il nostro motto. Riuscire a mandare una casalinga: la Signora Cesira al Ministero dell’Economia, perché è l’unica al mondo che riesce a far quadrare un bilancio familiare con una pensione minima in Lire, considerando che in Italia ha lo stesso potere d’acquisto della Macedonia, dove non c’è l’Euro e dove la benzina e le case costano meno della metà !! (Significativo il fatto che si parli sempre dell’IMU cioè della tassazione DIRETTA che comunque, anche se rispetto al passato, è collegata ad un reddito, mentre non si parla mai dei costi delle assicurazioni, delle spese bancarie dell’energia elettrica gas benzina e acqua etc fra i più alti al mondo, la tassazione INDIRETTA, che è uno stillicidio presente e continuo…). Per questo siamo il Paese al mondo con le Tasse più alte, e non solo per i liberi professionisti e per le aziende, la Pressione Fiscale è per tutti di circa il 70% del reddito prodotto, e con il 30 % che resta nessuno sopravvive. Basta con questa classe politica incapace e corrotta che fa solo gli interessi propri e dei poteri forti. Ricordatelo quando andrete a votare, potrebbe essere l’ultima occasione per dare una scossa al sistema. L’argomento di questo mese cade proprio a fagiolo, infatti l’Italia è come un Intestino poroso: fa acqua da tutte le parti. Per questo l’ho chiamata Sindrome Italia. Come nella vera malattia le cause sono molteplici (alimentazione incongrua, parassitosi intestinali, stress cronici, assunzione cronica di farmaci come steroidi e FANS, sostanze tossiche come alcool o chimiche, chemioterapia etc etc) che generando una caduta della difese immunitarie locali (IgA), si produce, insieme alla disbiosi, una risposta immunitaria ritardata (IgM e IgG) e di autoaggressione sostenuta dall’infiammazione, allorquando è cronicamente stimolata la via immunitaria e di produzione di citochine della risposta TH2 (allergie e intolleranze alimentari) piuttosto che la via TH1 (anti tumorale e anti virale). Questa via è stimolata dalle proteine come quelle del latte (caseina) e del fumento (glutine) che passando direttamente nel sangue attraverso la prorosità intestinale si vanno a fissare, dopo aver scatenato la cascata infiammatoria, in particolari distretti o tessuti causandone alterazioni morfostrutturali che stimolano a loro volta l’autoaggressione e la caduta dell’immunità (come nel Lupus, artrite reumatoide, Sclerosi Multipla, artrosi, Diabete, SLA, Sijogren etc etc). Continuando nel paragone, l’alterazione morfostrutturale della società e della politica italiana, scatenata dalla corruzione e dalle tangenti (proteine) che hanno divorato le risorse e l’integrità del “corpo dello Stato”, porterà all’autoaggressione e alla caduta dell’immunità (e questo senza commenti). Il primo articolo è una revisione della Leaky Gut Syndrome, (s. dell’intestino poroso degli autori anglosassoni) fatta nel progetto caduceo che, insieme ad una revisione della patologia, pone già alcune indicazioni terapeutiche olistiche in alcuni antibiotici naturali come l’Echinacea e l’Aglio, Antiparassitari come i chiodi di garofano, l’assenzio, i semi di pompelmo, dimenticando però gli antinfiammatori come i funghi Phellinus linteus ed Hericium erinaceus del 3 ° e 4° articolo. Questi due funghi possono essere utilizzati per un’azione di bonifica prima dei Probiotici (5° articolo). In effetti il problema di fondo è la disbiosi, presenza di popolazioni microbiche nell’intestino, il microbioma, che produce fermentazioni anomale ed eccessive che dimostrano una proliferazione di batteri di un certo tipo per un eccesso relativo di substrato: colon dx fermentazione idrogenionica > composti derivati dai carboidrati , colon sn >flora putrefattiva > composti derivati da proteine della carne>fermentazione metanica. L’azione antinfiammatoria ad esempio nel Phellinus linteus è mediata dall’Inotilone una sostanza che aumenta gli enzimi SOD CAT e GPx sopprimendo TNF e NO, come nell’articolo pubblicato nel paginone centrale. Il Phellinus l. è stato oggetto di numerosi studi da parte del Dr Donatini un francese che ha elaborato una metodica molto interessante di approccio alla Leaky G. Sembrerebbe che abbia brevettato delle formulazioni a base di chitina estratta da funghi, sostanza mucopolisaccaridica indigeribile per gli umani che aderisce alle pareti gastriche formando una specie di pellicola che protegge il corpo centrale della compressa formata dal Phellinus e da due Oli Essenziali diversi a seconda del tipo di fermentazione: OE di Menta e Timo per quella a idrogeno e OE di origano e cannella per quella metanica, che così protetti riescono ad esplicare la loro azione laddove servono cioè nel colon dx e sn, reindirizzando la disbiosi verso una simbiosi e modulando il Sistema Immunitario e spegnendo perdipiù l’infiammazione. L’azione sull’immunità (innata) è ancora più evidente nell’articolo sull’Hericium erinaceus dove viene addirittura sconfitta un’infezione da Salmonella Thiphymurium attraversop estratti etanolici e in acqua calda di Hericium a conferma del grande tropismo gastro-intestinale di questo fungo. Un’utima osservazione riguardante l’Hericium, ricordate il micoeditoriale del mese scorso sulla SM ? Ebbene anche nel caso della LG si parla di modulazione della risposta del NGF e nell’articolo n°2 sulla Caseina e alterata permeabilità Intestinale sono ben evidenziati una serie di articoli di correlazione sull’argomento Sclerosi Multipla. Si tratta solo di coincidenze ? Meditate gente meditate e…votate.. bene però. Saluti Dott Maurizio Bagnato MD Ph

Micoeditoriale Gennaio 2013

 

MICOEDITORIALE GENNAIO 2013

“ Sclerosi Multipla”

Cari amici della Micomedicina eccoci di nuovo qui con voi, con un Nuovo Anno che si apre

con i Migliori Auspici e con tante idee. Molti di voi si chiederanno se siamo impazziti, visto

l’andazzo generale, ma è proprio in questi momenti che serve un po’ di Sano Ottimismo, guardare il

bicchiere mezzo pieno…perché possono toglierci tutto ma non la libertà di condividere conoscenze e

una certa visione del mondo…Tanto per cominciare cambiamo il senso del micoeditoriale che sarà

monotematico su una patologia per la quale vi sarà un fungo di base insieme ad altri articoli su rimedi

naturali che faranno da “spalla” all’articolo originale sull’approccio della Micomedicina pubblicato

sul paginone centrale e che ci accompagnerà per tutto il mese. Con questo si cercherà di stimolare la

discussione ed il dibattito sulla Micomedicina soprattutto “dagli addetti ai lavori” oltre ad organizzare

meglio il materiale scientifico. Per questo motivo rinnovo comunque a tutti l’invito alla critica

costruttiva e anche distruttiva: tutto fuorché il silenzio !! Dobbiamo crescere insieme ed è una

questione di sopravvivenza culturale; in molte circostanze critiche della storia gli italiani hanno

dimostrato si sapersi re-inventare con genialità e sacrificio; noi siamo persone normali con il pallino

dello studio e con la volontà di voler fare qualcosa per gli altri; identificandolo in un nuovo un modo

di vedere la salute e la genesi delle malattie, che prospettato sotto forma di una continua ricerca nel

macro e micro dell’equilibrio simbiotico mediato dai funghi, può fornire una chiave di lettura nuova

ed originale di integrazione delle medicine, chiamandola così Micomedicina. E cominciamo con una

patologia di grande impatto socio-sanitario e di ricerca, la Sclerosi Multipla.

Il fungo di riferimento è l’Hericium erinaceus, (sezione D) detto anche criniera di leone, dagli autori

anglosassoni (considerandone la forma ed il colore), è un fungo lignicolo che cresce anche dalle

nostre parti, ed è utilizzato per problemi GI e tumori, e nel caso della SM, grazie agli studi degli

autori Giapponesi, si è dimostrato stimolare la produzione di NGF (Neuronal Growth Factor) (quello

del Nobel della compianta Levi Montalcini recentemente scomparsa) che è uno dei fattori principali

implicati nella neurodegenerazione. Si è dimostrato, come indicato nell’articolo del francese Donatini

dal titolo emblematico “Hericium erinaceus : sulle proprietà essenzialmente dipendenti dal

NGF”, che il corpo fruttifero dell’ Hericium tramite il NGF, possa stimolare i processi di

mielinizzazione oltre ad avere effetti protettivi, su assoni e mielina, sopprimendo i processi

infiammatori immunomediati e cambiando la risposta immunitaria verso un’azione soppressiva e

anti-infiammatoria (TH2).

Un altro grande supporto terapeutico a cui sono molto affezionato, è la Vitamina D (sez. A) sono ben

tre gli articoli selezionati per voi sul rapporto tra SM e carenza di Vitamina D. Il primo recente

statunitense finanziato ai massimi livelli (NIH, NINDS, GlaxoSmithKline e Biogen) ha

incontrovertibilmente dimostrato una correlazione tra bassi livelli ematici di Vitamina D ed un

aumento del numero di lesioni cerebrali ed un aggravamento della SM, in più uno studio su 500

pazienti con SM ha dimostrato che per ogni aumento di 10 nanogrammi per millilitro di vitamina D

nel sangue diminuiva il rischio di nuove lesioni del 15%. Dando quindi una prospettiva di un uso

terapeutico (e noi sappiamo quale Vitamina D dare !!). L’altro è uno studio piuttosto datato (2000)

ma molto importante pubblicato sul Lancet Neurology e riguarda una review internazionale di dati

epidemiologici che ha individuato i tre motivi per cui la carenza di Vitamina D costituisce un fattore

di rischio per la SM: la frequenza di SM aumenta alle latitudini più alte, la prevalenza alle altitudini

più alte è inferiore all’attesa nelle popolazioni che consumano più pesce grasso, il rischio di SM

diminuisce nelle popolazioni che si trasferiscono e vivono alle latitudini più basse. Altri studi

evidenziano una stretta correlazione tra bassi livelli di 25(OH)D e rischio di sviluppare la SM e di

come il rischio di sviluppare la SM diminuisca significativamente all’aumentare dei livelli di

25(OH)D. L’ultimo è un’intervista di una giovane ricercatrice italiana dell’ISS MC Gauzzi presente

all’ECTRIMS 2011 (european committee for treatment and research in MS) che illustra gli studi sul

rapporto Vitamina D e SM in relazione alle cellule dendritiche che istruiscono i linfociti verso una

tolleranza o all’autoaggressione immunitaria; ipotizzando l’incapacità delle cellule dendritiche di

sintetizzare o rispondere alla Vitamina D contribuendo alla patologia autoimmunitaria che sostiene la

neurodegenerazione. In questo caso la Vitamina D e l’ Interferone cooperano nel limitare la patologia.

Lo studio sta comparando il metabolismo e l’attività della vitamina D e della sua relazione con INF,

in cellule dendritiche di soggetti sani e con la SM.

Altro grande capitolo (sez B) sono gli Oli e gli Acidi grassi nella SM, in primis (vedi articolo OLI e

Acidi Grassi nella SM) l’Olio di Canapa che ha dimostrato, grazie al rapporto ottimale di 3:1 di

acidi grassi essenziali polinsaturi della famiglia omega 6/3, capacità antinfiammatorie e

immunomodulanti. Inoltre l’olio di canapa contiene tocoferoli (Vitamina E) antiossidanti naturali,

fitosteroli e alcuni componenti della famiglia dei cannabinoidi quali il Tetraidrocannabinolo (THC) e

il Cannabidiolo (CBD) che, pur non avendo capacità psicoattive, agiscono sui cannabinoidi endogeni

che oltre a modulare la risposta immunitaria, attivano recettori e trigger neuronali che migliorano la

trasmissione dell’impulso nervoso innalzando la soglia del dolore neuromuscolare. Quanto sopra

può essere molto utile nella SM, tant’è che nel Veneto (Vedi 2° articolo), dopo Toscana e Liguria è

stata recentemente autorizzata la distribuzione gratuita in farmacia e ospedali di preparati galenici a

base di cannabinoidi in particolare proprio per i soggetti affetti da SM. Altro articolo (3°) nella

sezione è la Cura della SM con le foglie d’olivo, attraverso uno studio spagnolo pubblicato sul

British Journal of Pharmacology, nel quale l’acido oleanolico sembra attenuare i segni clinici della

SM (controllo muscolare, peso, sopravvivenza) come i processi immuno-infiammatori in animali da

esperimento. Un altro articolo di questa sezione (4°) dal titolo Acidi grassi e Omega 3 ribadisce

l’importanza di alcuni polisanturi (PUFA) omega 3 che non possiamo sintetizzare, la via

preferenziale di assunzione che è quella vegetale (legumi, semi e frutta secca) e la necessità di

assumerli crudi per la facile denaturabilità con il calore. Il rapporto SM e Omega 3 è riportato da un

altro articolo di qualche anno fa riguardante uno studio su 16 pazienti con diagnosi recente di SM, ai

quali fu somministrata un’integrazione vitaminica giornaliera + omega 3 di 900 mg a base di EPA

400 mg (acido eicosapentaenoico) e DHA 500 mg (acido docosaesaenoico) che mostrarono nei

successivi due anni una riduzione significativa delle riacutizzazioni annuali e un aumento del 25% di

valutazione del grado di disabilità. E’ un capitolo molto vasto oggetto di grandi interessi economici,

personalmente se c’è un razionale terapeutico con il miglior rapporto costi-benefici, in associazione

con altri prodotti e secondo gli steps della Micomedicina, si può ritrovare nell’Olio di Canapa. Un

ultimo articolo (6°) dal titolo Omega 3 permette di puntualizzare alcuni aspetti spesso nascosti dalle

aziende: gli EPA e DHA possono essere sintetizzati dal nostro organismo essendo il corpo umano

capace di produrre tutti gli acidi grassi necessari eccetto due l’acido linolenico (LA) un omega 6 e

l’acido alfa linolenico (ALA) un omega 3 che devono provenire interamente dalla dieta; ma gli ALA

e LA sono in competizione tra di loro in quanto metabolizzati dallo stesso enzima (delta 6 desaturasi)

ed essendo tutti e due essenziali, pur assunti con un rapporto ideale 3.1 fra omega 6 e 3, è difficile

che tale rapporto si concretizzi senza una alimentazione attenta e una dieta adeguata. Alla fine quello

che conta è la qualità degli alimenti oltre a quella del prodotto.

(SEZ C) Criptopirroluria e SM apre la sezione dedicata ad un un’ampia rassegna sulla SM. La

Criptopirroluria è una condizione determinata geneticamente in cui vi è un’alterata degradazione

dell’emoglobina e della mioglobina che provoca una presenza di pirroli e di porfirine nell’urina. Il

Piridossal fosfato è la Vitamina B6 e interviene come coenzima nel metabolismo in particolare degli

AA attraverso l’utilizzo di uno ione metallico per stabilizzare la base di schiff. La Vitamina B6

interviene inoltre nel metabolismo cellulare di carboidrati, proteine e grassi oltre alla sintesi di

neurotrasmettitori (GABA dall’acido glutammico, NAD e serotonina dal triptofano, tiroxina dalla

dopamina). La maggior fonte alimentare della B6 è il lievito secco ed i sintomi di carenza si

manifestano con dermatiti, lesioni alle mucose, astenia e anemia. Nella Criptop. con i pirroli

vengono persi nell’urina , perché legati con loro, anche la Vitamina B6 e lo Zinco, oltre ed in misura

minore altre vitamine come la B3 e la C, manganese , magnesio e acidi grassi polinsaturi. Un deficit

di B6 può essere una con-causa di SM come indicato nel proseguio degli articoli (2) sulla SM.

Significativo delle prospettive più avanzate di ricerca, è l’articolo inserito in questa sezione c) sulla

Nanoparticella che impedisce l’attacco alla mielina nella SM: questa particella è composta da acido

lattico e acido glicolico ed è stata in grado, su modello animale, di trasportare un antigene che aiuta il

sistema immunitario a riconoscere come propria la mielina e quindi a non attaccarla.

(Sez E) Correlazione tra CCSVI e Sclerosi Multipla la ricerca del Prof Zamboni ha individuato in

una sindrome vascolare interessante il distretto venoso cerebrale (CCVSVI Chronic cerebrospinal

venous insufficiency) una forte correlazione con la SM, e per la quale è in sperimentazione in tutta

Italia un tipo di intervento chirurgico di disostruzione venosa intracerebrale analogo a quanto si fa

normalmente alle gambe per le vene varicose. In realtà, quanto rilevato mediante tramite venografia

con catetere successiva al doppler venoso, ha evidenziato un’inversione del flusso venoso che tende

ad andare verso l’alto e non a scendere, insieme a depositi di ferro attorno alle vene dove maggiore è

il fenomeno e con conseguente restringimento delle stesse. Secondo il Prof. Zamboni è un unico

fenomeno correlato alla SM, non dandone però alcuna spiegazione fisiopatologica, i risultati degli

interventi effettuati ancora non sono disponibili. Sono interessanti le osservazioni di Zamboni (sulla

terapia si vedrà in futuro); c’è tuttavia una persona, Rudolf Steiner, che circa un secolo fa parlando

dei processi dell’argento come affini a quelli anabolici, diceva che questi agiscono nei liquidi interni

dominati dalla Luna e come la Luna domina le maree seguono le leggi del corpo eterico (forma) che

influenzano la tendenza centrifuga del sangue, la spinta ascensionale di tutti i liquidi organici e degli

organi. Un organismo che cresce (anabolico) cresce anche a livello cerebrale e negli adulti a causa di

un intenso utilizzo dello stesso per lavori intellettuali, ha bisogno di maggiori liquidi che apportano

sostanza e che danno anche la forma a livello embrionario (rotondeggiante come il liquido che lo

nutre). Ma siccome il cervello è racchiuso nella scatola cranica non può ipertrofizzarsi nell’adulto

come farebbe un muscolo che lavora come quello dell’atleta, e d’altra parte non è formato da fibre

muscolari, quindi può solo aumentare le sinapsi invisibili e creare nuovi circuiti, ma quello che ha

visto il prof. Zamboni è solo l’effetto di questo intenso lavoro cerebrale che ha causato un

iperafflusso di sangue: cioè le vene varicose nel cervello. E’ l’ipotesi di Steiner sulla spinta

ascensionale dei liquidi dominati dalle fasi Lunari che dà un senso alle osservazioni di Zamboni, e se

i depositi di ferro fossero di argento ne sarebbe una ulteriore conferma. D’altra parte che le SM

colpisca molto più donne e in età fertile, più sensibili alle fasi lunari era cosa risaputa, e che l’argento

è il metallo più diffuso sulla terra grazie all’acqua dove è presente per quasi 2 milioni di tonnellate e

che si tratta spesso di giovani donne intellettualmente molto attive ma poco sportive e poco fertili

e….il resto lo saprete leggendo l’articolo sull’approccio della Micomedicina alla SM.

Buona Lettura e mi raccomando commentate!!

Dott Maurizio BAGNATO

www.micomedicina.com

SM e vitamina D

California – Bassi livelli ematici di vitamina D sarebbero associati ad un aumento del numero di lesioni

cerebrali e un aggravamento della sclerosi multipla (SM). E’ uno studio statunitense pubblicato su

Annals of neurology a suggerire un potenziale legame tra l’assunzione di vitamina D e l’aggravarsi della

malattia. La ricerca mostra una forte correlazione tra i livelli di vitamina D nel corpo, misurata

attraverso prelievi di sangue, e le caratteristiche lesioni cerebrali dovute alla SM, misurate con la

risonanza magnetica. Per ora non ci sono prove che l’assunzione di integratori a base di vitamina D

possano evitare questi sintomi, ma è chiaro che una correlazione esiste. Nei pazienti con SM il sistema

immunitario attacca il rivestimento delle fibre nervose (la mielina) e il midollo spinale. Quando la

mielina viene attaccata l’infiammazione interferisce con la trasmissione dei messaggi neuronali,

attività che si presenta a livello di risonanza magnetica come una lesione a placche, più o meno estesa.

Per questo studio il Dott. Mowry ei suoi colleghi hanno utilizzato i dati di circa 500 pazienti con SM,

scoprendo che per ogni aumento di 10 nanogrammi per millilitro di vitamina D nel sangue il rischio di

nuove lesioni scende del 15 per cento. Livelli elevati di vitamina D sono dunque stati associati con un

livello di disabilità associato alla malattia decisamente inferiore. Alcuni studi precedenti avevano già

suggerito che bassi livelli di vitamina D fossero associati ad un aumentato rischio di recidiva in alcuni

pazienti SM, dunque si tratterebbe di un’ulteriore conferma del ruolo della vitamina nella malattia.

L’assunzione della vitamina D potrebbe dunque migliorare la vita dei pazienti con SM, ma prima che

l’assunzione della vitamina diventi una prassi terapeutica dovranno essere svolti approfonditi studi

clinici. “La gente pensa che la vitamina D sia sempre disponibile, e che sia sicura” spiega Mowry. “Ma la

vitamina D è un ormone, e qualsiasi farmaco ha bisogno di essere testato prima di essere prescritto.

Questa è la ragione principale per cui stiamo eseguendo uno studio randomizzato di supplementazione

di vitamina D”.

La ricerca è stata finanziata da sovvenzioni dal National Institutes of Health National Institute of

Neurological Disorder

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Micoeditoriale Dicembre 2012

 

Micoeditoriale Dicembre 2012

Cari lettori ed amici dell’ONLUS, questo è l’ultimo micoeditoriale dell’anno 2012, ed è quasi obbligatorio tracciare un piccolo bilancio dell’anno “micomedico”che sta per finire.

Luci ed ombre è quasi scontato, piuttosto schizofrenico così come l’andamento dello spread. Ho portato avanti la nostra battaglia fatta di ricerca e di progetti in ogni ambiente, puntando su tutto e non lasciando mai nulla di intentato. I risultati tardano a venire, ma non mollo statene pur certi, anche se a volte prende un po’ di sconforto sentendo sempre la stessa risposta: l’idea è buona ma questo non è il momento.

Ma quando lo sarà mai in Italia, senza entusiasmo ! In oriente si dice che l’intenzione è tutto e che una cosa sicuramente si concretizzerà quando già si è realizzata nella propria testa. Se le cose stessero sempre così, sarei a cavallo e da tanto  tempo !! Comunque l’importante è incamminarsi verso una giusta direzione, il resto arriverà.

Come spero che arrivino a tutti voi e alle vostre famiglie i Migliori Auguri di un Felice Natale e di tante cose belle per l’Anno Nuovo.

Fatte le doverose premesse, parliamo del mese micoeditoriale. L’ultimo dell’anno lo voglio con articoli di spessore: infatti il primo è uno dei miei cavalli di battaglia ed è sul Microbiota; cioè sulla popolazione microbica che alberga nel nostro intestino e sulla pelle e che, pensate, è circa 10 volte le cellule del nostro corpo!   Un’interessante articolo della Cork University pubblicato Nature Reviews Neuroscience (1 Effetti dei microbi su pancia e cervello)ci dice che una condizione di stress emozionale altera la composizione del microbiota e , a sua volta, una condizione di stress infiammatorio intestinale altera l’attività cerebrale. Infatti con lo stress aumenta il rilascio di cortisolo e di adrenalina e noradrenalina che modifica l’equilibrio tra i ceppi batterici intestinali verso quelli patogeni permettendo a questi ultimi di entrare dentro l’intestino e. contemporaneamente, citochine infiammatorie dalla mucosa intestinale (prodotte insieme alla deflessione della risposta immunitaria TH2) attraverso il nervo vago e il sangue raggiungono il cervello attivando i circuiti dell’ansia e dello stress.  Aggiungerei che quando questa situazione è cronicizzata nell’alterazione fissa della simbiosi (disbiosi) e con conseguente diminuzione della  risposta TH2 (con eccesso relativo di TH1), si vira verso malattie come il diabete, la Sclerosi M. e il M. di Crohn o la rettocolite ulcerosa.

Il secondo articolo di cui sono particolarmente fiero di presentarvi è quello sul movimento (2 Movimento che ripara le arterie: addirittura  attraverso poche ore di camminata settimanale si riescono a produrre cellule staminali capaci di riparare le piccole lesioni delle arterie.

Il terzo articolo è sulle nostre amiche piante contro il cancro (3 cancro, ecco la pianta velenosa che uccide le cellule malate) si chiama Thapsia garganica e ne è stato ricavato un farmaco (G202)

modificando chimicamente la molecola la tapsigarginina detossificandola temporaneamente fino all’attivazione sul sito tumorale.

Gli ultimi due sono dei nostri amici funghi in particolare da Taiwan l’Androdia camphorata con la dimostrazione dell’ azione antileucemica di un componente (acido deidroeburicoico) e stimolante l’apoptosi e il danno al DNA su modelli in vivo e in vitro.

L’altro è Giapponese sull’Hericium erinaceus, la cui molecola attiva (Hericenone B) inibisce  l’aggregazione piastrinica fattore fondamentale nella genesi dell’infarto o dell’embolia.

Sperando di avervi fatto interessare vi rinnovo gli Auguri e..

ARRIVEDERCI AL 2013!!

Dott Maurizio Bagnato MD Ph

 

Micoeditoriale Novembre 2012

MICOEDITORIALE  NOVEMBRE 2012

 

Bene cari lettori, questo novembrino sarà un mese editoriale con articoli tutti votati all’esaltazione del fungo come “la forma vivente del cambiamento” anche di quello estremo come causa della morte di altre forme viventi. Questi li chiameremo funghi “contro” (vs) ma con un contentino finale di un altro articolo (che ne contiene all’interno ben tre) sui funghi “pro” pioggia, disinquinamento dalla radioattività e delle acque. L’equilibrio è così garantito. Allegato al micoeditoriale (per questioni di spazio) ho ripreso l’articolo di “Le Monde” sulla Legge francese che riconosce risarcibilità del danno da esposizione professionale degli agricoltori da pesticidi per le malattie considerate “professionali” come il M. di Parkinson ed il Linfoma non Hodgkin.  Una ulteriore dimostrazione della sensibilità e sollecitudine delle autorità sanitarie d’oltralpe (a dispetto delle nostre “letargiche”) e di dati scientifici oramai acclarati sull’eziologia “ambientale” di molte malattie cronico-degenerative come i tumori e le degenerazioni neurologiche.  L’ambivalenza dei funghi degli articoli citati è da riferire solo all’antropocentrismo, quasi che la terra appartenesse all’uomo, in realtà il problema ambientale, ben testimoniato dalla legge francese, è tutta colpa  nostra e alla fine, incuranti dei falsi miti del progresso e delle menzogne sul benessere e la ricchezza “misurabili” con parametri biologici quali l’invecchiamento della popolazione, arriverà il conto da pagare; solo che prima di noi lo stanno già pagando le piante e gli animali, con la diminuzione della biodiversità, e spesso…udite udite il killer non è l’uomo ma il nostro caro amico fungo che pone fine ad una razza di piante o di animali che soffrivano in un’ambiente oramai cambiato dall’uomo e invivibile per loro. Come nel macro così nel micro, secondo la Micomedicina quello che accade nell’ambiente è lo specchio di quello che accade dentro di noi, ed il caso degli agricoltori francesi ne è un’esempio eclatante, come dell’epidemia taciuta dei tumori giovanili come quella della SLA e di tante altre malattie un tempo rare. Come nel primo articolo sull’ Aspergillus fumigatus responsabile del 50% dei decessi di malati immunocompromessi trapiantati e (insieme ad altri funghi)  prima causa di infezioni nosocomiali letali, anche con l’uomo silenziosamente i funghi stanno facendo il loro lavoro di selezione di specie (vedasi secondo articolo funghi Vs rane ed il terzo funghi Vs biodiversità dove si riporta il dato impressionante secondo il quale ben il 65% delle estinzioni di specie animali o vegetali degli ultimi 20 anni sarebbe dovuto ai funghi). E contribuiscono anche indirettamente per mezzo del riscaldamento globale con il rilascio di metano (vedasi quarto articolo). Ma lo Yin e lo Yang con al centro il fungo del  simbolo della Micomedicina, è  testimonianza della centralità dinamica del fungo, nel mezzo fra materia ed energia, fra la vita e la morte, scegliendo tra le due opportunità quella più conveniente al sistema vivente nel suo complesso,  per il suo mantenimento e per la prosecuzione della vita. Probabilmente un fungo ci spazzerà via e sarà un bene per la Terra, ma comunque una chance con i funghi l’abbiamo ancora, visto che gli scienziati di tutto il mondo studiano l’utilizzo dei funghi nel risanamento ambientale (bio-mico-remediation) e, come molte volte abbiamo fatto dalle pagine di questo sito, nel 5 articolo ci sono i funghi-pro (è sempre una convenzione antropocentrica!!) nella formazione della pioggia della foresta pluviale, come nel disinquinamento da Cesio 137 del Boletus badius e del disinquinamento delle acque con la Stilbella aciculosa. Il principio cinese così nel grande così nel piccolo ed duplice ruolo positivo pro-vita dei funghi nel togliere inquinanti,  come nel dare la morte quando non ci sono più le condizioni “ambientali” per la permanenza tra i viventi, è la base concettuale del ruolo dei funghi nella Micomedicina (ed anche la difficoltà nell’applicazione pratica terapeutica sull’uomo) e credo anche argomento sotteso al 5° Convegno Internazionale di Micotossicologia che si terrà a Milano il 3-4 dicembre dove interverrò con un lavoro su epidemiologia dei funghi nelle terapie oncologiche.

Buona lettura

Maurizio Bagnato Ph MD

 

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Il 7 maggio scorso in Francia è entrato in vigore un decreto che riconosce il Parkinson come malattia professionale e stabilisce esplicitamente un nesso di causalità tra questa patologia e l’utilizzo di pesticidi. L’associazione italiana per l’agricoltura biologica (AIAB) ha così commentato la notizia: “Il riconoscimento ufficiale rappresenta una vittoria per questa mobilitazione e acquisisce un carattere importante sia a livello simbolico che concreto aprendo la possibilità a sostegni finanziari per l’incapacità di continuare a lavorare. Un percorso cui dar seguito in Italia – si legge nel sito AIAB – aggredendo radicalmente le problematiche legate a produzione, uso e residui dell’agrochimica. Un esempio da seguire, dunque e una strada, quella dei pesticidi, da abbandonare.”

Sull’argomento si è dibattuto lo scorso 25 maggio nel convegno“Parkinson – Agricoltura e Ambiente dalla parte dei soggetti a rischio”, tenutosi a Noicàttaro (Bari). “Nel nostro paese – si legge nel report di Noicàttaro sviluppo – è stato dimostrato il rapporto di causalità tra l’esposizione ad alcune sostanze utilizzate in agricoltura e la comparsa di sintomi quali abbassamento del numero di globuli bianchi nel sangue, dermatite allergica da contatto, tremori o vere e proprie malattie come il Parkinson e il linfoma non Hodgkin.” “Chi ha contratto una di queste malattie – spiegano gli esperti – deve dimostrare di essere stato esposto a queste sostanze e specificare la durata dell’esposizione. E’ possibile tuttavia avviare procedimenti privati per ottenere un riconoscimento per malattie non comprese nella tabella dell’INAIL, ma l’onere della dimostrazione spetta al paziente.”

Il morbo di Parkinson è la malattia neurologica degenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer, in Italia ogni anno si contano 6 mila nuovi casi.